Neanche il tempo di conquistare uno Scudetto atteso 33 lunghi anni e di celebrarlo nella festa Scudetto del 4 giugno. Luciano Spalletti ha detto basta e aspettava che ad annunciarlo fosse il presidente de Napoli Aurelio De Laurentiis, per trovare un modo di stringersi la mano e lasciarsi senza strascichi. Ma a giudicare dalle ultime frecciate a distanza, la separazione non appare consensuale.
Il tecnico toscano lascerà il club partenopeo. Sono le conseguenze dell’amore – di Spalletti per Napoli – quelle che hanno convinto l’allenatore a dire stop. A ritenere di non poter continuare in questa situazione, non sapendo se fosse in grado di poter dare il massimo per questa città, questi colori. E così prima di calcoli economici o opportunistici – scrive La Gazzetta dello Sport – ecco la decisione ponderata a lungo, ma alla fine presa con l’istinto di chi vuol decidere la propria vita senza farsi troppo condizionare dagli eventi.
Il rapporto fra i due maggiori protagonisti, presidente e allenatore, è diventato insostenibile. Incomprensioni e divergenze di due caratteri forti. Già ad aprile di un anno fa i rapporti fra De Laurentiis e Spalletti erano tesi, soprattutto perché De Laurentiis aveva anche contattato dei tecnici convinto addirittura di poter cambiare guida in corsa dopo la sconfitta di Empoli, pur di non mettere a rischio la qualificazione in Champions. Poi la squadra vinse tutte le partite e le divergenze furono messe da parte, senza mai un chiarimento.
Chi raccoglieva sfoghi e arrabbiature dei protagonisti però restava convinto che alla fine i due sarebbero riusciti a trovare una quadra. Invece niente. De Laurentiis pensava che la mossa dell’opzione per blindare il tecnico fosse un modo per dimostrargli stima e voglia di volere andare avanti insieme. L’altro invece l’ha vissuta come l’ennesima prevaricazione, un modo per tenerlo lì come un impiegato qualsiasi.
De Laurentiis coi suoi tecnici è arrivato più volte alla rottura proprio per questioni di visibilità. Quando un tecnico diventa troppo amato e stimato, forse questo è il momento di cambiarlo. È capitato soprattutto con Sarri e questa situazione, almeno da un punto di vista contrattuale ci somiglia molto.