ARTICOLO A CURA DI LUCA FILIDEI
La Puskás Aréna, lo stadio che ospiterà la finale di Europa League il prossimo 31 maggio, due anni fa già palcoscenico di Euro 2020, può essere considerata l’esito di una tendenza, relativo alla costruzione di moderne infrastrutture sportive, che ha reso l’Ungheria uno dei Paesi leader per quanto riguarda gli investimenti del settore.
Del resto, tra le 12 squadre che hanno partecipato alla stagione 2022/2023 della OTP Bank Liga, il massimo campionato di calcio per club ungheresi, ben 11 impianti sono stati costruiti o rinnovati negli ultimi dieci anni, a riprova del pensiero condiviso da società e federazione. In tale contesto, la Puskás Aréna rappresenta il gioiello di un movimento che, proprio attraverso Euro 2020 e la finale dei prossimi giorni, sta usufruendo di una promozione senza pari, comunicando al mondo la moderna immagine dell’Ungheria.
L’impianto di Budapest, legato come il Wembley Stadium (Londra, 2007) esclusivamente alla nazionale, è in realtà localizzato sul sedime del precedente Puskás Ferenc Stadion, storico stadio inaugurato nel 1953 su progetto di Dávid Károly, di cui viene riproposta l’iconica facciata ovest anche nella nuova struttura. Proprio la relazione con il passato ha definito per l’architetto Skardelli György un aspetto fondamentale nella progettazione della Puskás Aréna. Il tema del “costruire sul costruito”, per esempio, oltre a contenere il consumo di suolo, ha permesso l’aderenza con l’iconico terreno di gioco, conservando allo stesso tempo la particolare assialità all’interno della griglia urbana.
Stadio, Statue Park e Papp László Budapest Sportaréna (2003) stabiliscono infatti una riconosciuta linearità di Budapest: una caratteristica sottolineata dalla storica torre del Puskás Ferenc Stadion (ora un museo), conservata in qualità di elemento eccezionale anche nel nuovo impianto. I circa 67mila spettatori che assisteranno alla partita, potranno però usufruire anche di un’infrastruttura eccezionalmente moderna dotata di un sistema di illuminazione (tecnologia Signify) e audio (tecnologia d&b audiotechnik) di assoluto livello.
Sotto l’aspetto dell’esclusività, invece, i tre anelli che compongono il catino contengono aree VIP in grado di ospitare fino a 4.000 persone: spazi facilmente utilizzabili per ogni tipo di esigenza, dalle conferenze ai party. Tra i diversi settori sono infatti predisposti 88 sky box in grado di ospitare ciascuno dai 12 ai 60 ospiti a cui viene assicurato un raffinato servizio catering. D’altra parte, per quanto riguarda il lato estetico, lo stadio – rivestito da 19.500 mq di elementi metallici che garantiscono un buon sistema di ombreggiamento – è contraddistinto, proprio per la texture dell’involucro, da un continuum visivo con lo spazio esterno.
Tale soluzione, matericamente affine alla vicina Sportaréna, definisce anche l’iconico design dell’impianto, interrotto unicamente dai setti in calcestruzzo armato che contengono gli elementi di risalita e dal taglio che corrisponde all’intervallo spaziale tra facciata e copertura. Un ritmo enfatizzato anche nella versione notturna, con l’involucro illuminato da colori diversi aseconda dell’evento. Inoltre, nonostante la riduzione, essenzialmente motivata da ragioni finanziarie, di circa 70.000 mq di superficie calpestabile rispetto al progetto preliminare, la Puskás Aréna – che insiste su circa 60.000 mq – dispone di 208.000 mq di spazi disposti su sette piani.
Qui trovano la perfetta localizzazione numerosi uffici e le vaste aree dedicate alla hospitality, oltre a ben undici spogliatoi per gli atleti. Una dimensione, comunque notevole, che originariamente prevedeva addirittura un hotel da 150/180 stanze, campi attrezzati per svolgere circa 20 discipline sportive e una pista d’atletica collocata alla conclusione del terzo anello con una vista panoramica sulla città di Budapest.
Progettato per un utilizzo adatto anche a grandi concerti, con una capienza che può essere incrementata di circa 10mila spettatori, l’impianto, data la storicità del sito, è collocato in una zona dal carattere prettamente urbano (soprattutto il lato nord). Ciò ha naturalmente incentivato la volontà di raggiungerlo attraverso il trasporto pubblico, caratterizzato da svariate linee di filobus e dalla stazione ferroviaria Budapest-Keleti, dotata di un interscambio con le linee 2 e 4 della metropolitana. Degli aspetti che hanno certamente migliorato la sostenibilità dell’impianto, ulteriormente valorizzata dal riutilizzo di 50.000 mc di calcestruzzo proveniente dalla demolizione del precedente stadio, la cui presenza resta comunque tangibile nella morfologia del moderno landmark della città, stanotte assoluto protagonista di una finalissima europea