Chi è Lafico, il fondo libico che chiede di essere parte civile al processo Juve

La storia del fondo che possiede alcune azioni della Juventus e che ha chiesto di essere ammesso al processo del club come parte civile.

Juventus ufficiale aumento di capitale
Il logo della Juventus (Foto: Emilio Andreoli/Getty Images)

Chi è Lafico? Si è aperta questa mattina con un colpo di scena la seconda sessione dell’udienza preliminare per i conti della Juventus. Il fondo libico Lafico ha chiesto di essere ammesso fra le parti civili in qualità di azionista. L’udienza è stata immediatamente sospesa – per poi riprendere successivamente – per permettere alle difese degli imputati, tra cui figurano Andrea Agnelli e la stessa Juventus, di fare le proprie valutazioni.

Ma chi è Lafico? Si tratta dell’acronimo di Libyan Arab Foreign Investment Company, una sussidiaria della Libyan Investment Authority. Si tratta del fondo sovrano della Libia, istituito nel 2006, e considerato il più grande fondo sovrano in Africa, in quanto gestore di asset per un valore di oltre 68,4 miliardi di dollari in Africa, Europa, Asia e Nord America (secondo l’ultima valutazione condotta nel 2019).

Chi è Lafico? La storia del fondo libico

Il fondo era controllato dalla famiglia di Muammar Gheddafi prima della sua caduta, e nel corso degli anni ha acquisito quote di minoranza di diverse società. Al 31 dicembre 2012 – ultimo dato disponibile dai documenti ufficiali della Libyan Investment Authority – Lafico gestiva business asset per oltre 3 miliardi di dollari e asset real estate per oltre 1,3 miliardi di dollari.

Proprio nel 2012 Lafico si era visto bloccare tutte le sue proprietà in Italia, dopo che la Guardia di Finanza aveva sequestrato il patrimonio di oltre 1,1 miliardi di euro attribuito ad alcuni membri della famiglia Gheddafi su richiesta del tribunale internazionale dell’Aja. Solo nel 2019 il Comitato di Sicurezza Finanziaria del Tesoro ha sbloccato gli asset immobiliari in Italia di Lafico, rientrato così nel pieno possesso dei suoi beni immobiliari dopo sette anni.

Sempre in quegli anni fondo libico deteneva in Italia alcune piccole partecipazioni in Fiat, Cnh Industrial e anche nella Juventus (arrivata addirittura al 7,5% nel 2013). Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza, Lafico è tutt’ora azionista seppur con quote non rilevanti e comunicate, avendo notevolmente ridotto il proprio peso a livello di partecipazione all’interno del club bianconero.

Non solo, il fondo libico controllava in passato anche la compagnia petrolifera Tamoil (marchio per il mercato del gruppo Oilinvest), che a marzo 2005 siglò un ricchissimo contratto decennale da 240 milioni di euro come sponsor ufficiale proprio del club bianconero.