Abodi: «Razzismo da condannare. L'obiettivo è uno stadio civile»

Il ministro dello Sport è tornato a parlare di razzismo dopo gli insulti da parte della curva dell’Atalanta all’indirizzo di Dusan Vlahovic.

Serie A commissione bilanci dei club
Andrea Abodi (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

«Nel calcio e nello sport in generale bisogna prendere sconfitte e vittorie con una certa filosofia, certo sono segnali incoraggianti, non è una tendenza consolidata quindi i tifosi fanno bene a gioire, le comunità fanno bene a festeggiare, le amministrazioni continueranno a lavorare». Così il ministro per lo sport Andrea Abodi oggi a Catania rispondendo alla domanda di un cronista sul riscatto del Sud dopo lo scudetto al Napoli e la promozione del Frosinone in Serie A.

«A Frosinone la società è stata lungimirante, ha realizzato uno stadio nuovo, un piccolo gioiellino, ha investito tanto sull’impianto di allenamento, a Napoli ci sono delle buone premesse per migliorare il San Paolo ulteriormente, mi auguro che sia la possibilità di stabilire in maniera più strutturata un presidio per la “scugnizzeria” che consentirà di recuperare tutti i talenti che magari non finiscono in un campo di calcio e finiscono magari per strada», ha aggiunto.

Abodi ha detto di prendere atto di «queste vittorie come segnali di buon auspicio, di un impegno che si deve rinnovare ulteriormente con piena collaborazione, anche il governo fa la sua parte. L’ho detto al sindaco di Napoli, l’ho detto al presidente del Frosinone, anche se loro mi sembrano molto bene avviati. Una vittoria quindi per continuare a lavorare».

Rispetto al razzismo «noi dobbiamo essere sempre presenti in modo tempestivo, inequivocabile, perché’ il nostro obiettivo è uno stadio civile dove le famiglie, i bambini, gli uomini e le donne possano andare senza dover convivere con fenomeni di sottocultura che hanno nel razzismo, nell’antisemitismo, un’espressione insopportabile. Questi atti sono da condannare, le autorità preposte per la sicurezza e l’ordine pubblico stanno facendo il loro lavoro», ha concluso