Scaroni: «Nuovo stadio per aumentare ricavi, ma non alzeremo prezzi»

Il presidente del Milan ha rassicurato i tifosi: «Non aumenteremo i prezzi dei tagliandi popolari, vogliamo ospitare aziende che possano pagare biglietti a cifre astronomiche».

Fondo Norges Scaroni
Paolo Scaroni (Claudio Villa/Getty Images)

“La storia dello stadio del Milan è diventata una saga decennale. Ho visto un blog dove mi chiamano Stadioni per quanto parlo dello stadio. Perché tutti i club vogliono gli stadi nuovi? Perché oggi si possono aumentare i ricavi in modo considerevole solo con lo stadio di proprietà. Voglio rassicurare i tifosi, non vogliamo aumentare i prezzi dei biglietti popolari, vogliamo ospitare aziende che possano pagare biglietti a cifre astronomiche”. Lo ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni, intervenuto durante la tavola rotonda “Soldi Vs Idee: il Calcio e la Sostenibilità” organizzato presso l’Università Bocconi di Milano.

“Per il derby di Champions potremmo vendere biglietti a 5mila euro per ogni singolo posto alle aziende, in Inghilterra lo fanno da 20 anni. Come ricavi noi siamo nel range sui 40 milioni, all’estro le big viaggiano sui 100 milioni: la differenza mette a rischio la sostenibilità economica. Sono entrato nel Milan che c’era Yonghong Li, il club perdeva a manetta e i risultati sportivi erano pessimi. Biosgna ricordarsi che ci sono due montagne da scalare contemporaneamente, quella dei risultati economici e quella dei risultati sportivi. Noi abbiamo fatto i passi giusti: abbiamo dimezzato le perdite, quest’anno generiamo cassa e ci avviciniamo a breakeven, mentre anche sotto il punto di vista sportivo non possiamo certo lamentarci”.

“Ma non ci sono solo quelle due montagne da scalare, c’è anche la montagna della responsabilità sociale. Noi come Milan facciamo battaglie ogni giorno contro discriminazioni, razzismo e tante altre questioni. E lo facciamo non solo perché ci crediamo, ma anche perché è una responsabilità sociale del calcio. Noi vogliamo avere lo stile Milan: significa tenere un linguaggio moderato, non litigare in campo e fuori con avversari e arbitri. È uno stile che ha pervaso la nostra società”, ha aggiunto il manager.

“Poi mi capita di leggere quello che dicono certe persone nel mondo del calcio e penso che siamo cattivi maestri: noi dobbiamo avere stile, poi possiamo dare lezioni agli altri. Il calcio deve dare lezioni di comportamento corretto: non dobbiamo usare un linguaggio inappropriato, pronunciato in qualche corridoio degli spogliatoi e che poi leggiamo sui giornali”, ha concluso con una frecciata anche nei confronti del tecnico della Juventus Massimiliano Allegri.