È nato un nuovo organismo con l’obiettivo di rappresentare i club calcistici di «piccole e medie dimensioni in un panorama dominato da una ricca élite». È questa – secondo quanto riportato dall’agenzia France Press – la definizione che si è data l’UEC (Unione dei Club Europei), associazione lanciata a Bruxelles (dove avrà sede) per dare voce a circa 1.400 club professionistici europei.
Società – dall’Aston Villa al Brighton, passando per Valencia e Borussia Monchengladbach – che senza essere coinvolte in nessuna delle tre competizioni UEFA per club, non hanno un’adeguata rappresentanza nella governance dello sport. La struttura dell’organizzazione non esiste ancora, perché l’UEC dovrà nominare un team di gestione o pubblicare un bando.
Tuttavia, l’UEC ha affermato che 40 club di 25 Paesi hanno già aderito. Per il momento la UEFA non ha ancora riconosciuto la nuova organizzazione, tanto da non aver commentato la sua creazione, ma i piccoli club sono pronti a farsi sentire. «Noi non ci sentiamo rappresentati in nessun modo dal calcio europeo», ha detto il co-proprietario del Crystal Palace Steve Parrish.
L’UEC, lungi dal lanciare una rivolta paragonabile al fallito tentativo di una Superlega europea da parte di dodici top club nella primavera del 2021, si presenta come “partner sociale” delle organizzazioni di giocatori e tifosi e come “complementare” alla potente European Club Association (ECA). Non si tratta «di sostituire l’ECA, ma di fornire un contrappeso all’influenza che i grandi club hanno, attraverso l’ECA», sulla gestione e sulle finanze del calcio europeo, ha assicurato la specialista di diritto sportivo Katarina Pijetlovic.
Alex Muzio, presidente dell’Union Saint-Gilloise, ha aggiunto: «Ho paura che stiamo diventato un’eccezione, una rarità. I grandi club diventano sempre più potenti e quelli piccoli stanno scomparendo». A sostenere la nascita di questa nuova organizzazione è stato anche Javier Tebas, presidente della Liga spagnola e da sempre a favore di un calcio europeo libero, non a caso primo avversario della Superlega.
«È mio obbligo dire che questa associazione rappresenta i valori di come il calcio europeo dovrebbe essere in futuro. La Superlega voleva decostruire rapidamente il calcio europeo con un modello completamente diverso. L’ECA invece lo sta distruggendo a poco a poco. Se non c’è una reazione da parte delle squadre che non giocano le competizioni europee, il calcio dei campionati nazionali finirà», ha concluso Tebas.