Prosegue il confronto tra Italia e Commissione europea per sbloccare l’erogazione della terza tranche di risorse da 19 miliardi di euro che il governo ancora attende nell’ambito del PNRR. Finora la Commissione europea ha erogato 24,9 miliardi di euro di prefinanziamenti ad agosto 2021, un prima rata da 21 miliardi il 13 aprile 2022, e una seconda rata da altri 21 miliardi il 27 settembre 2021.
Il governo Meloni – ricorda La Stampa – ha presentato da tempo la richiesta per il terzo pagamento, ma dall’Ue si sollevano dubbi sulla capacità dell’Italia di tenere fede ad alcuni impegni e ha preferito prendere tempo. Annunciare pubblicamente che non si possa procedere all’esborso di nuove tranche di aiuti europei per i problemi nel Paese avrebbe delle ripercussioni, sui mercati come in sede Ue.
La disponibilità dei partner europei a riprodurre schemi di debito comune in futuro dipende dalla capacità italiana di sapere fare ciò che comunque è stato concordato con l’Europa. Nella capitale dell’Ue non ci si sbilancia: «La valutazione da parte della Commissione di una determinata misura nell’ambito del piano per la ripresa di uno Stato membro, e il relativo commento pubblico, possono avvenire solo dopo che tutte le tappe e gli obiettivi pertinenti collegati a una specifica richiesta di pagamento sono stati completati e la valutazione del la richiesta di pagamento è stata finalizzata», confida un portavoce della Commissione. Tradotto: manca ancora qualcosa. Allo stesso tempo qualcosa si muove.
Bruxelles ha ribadito che gli interventi di rinnovamento degli stadi di Firenze e Venezia previsti da un decreto interministeriale di aprile 2022 non sono accettabili poiché non rispondenti a criteri e requisiti. Il governo ha mollato la presa su questo fronte, costretto a rinunciare a questi due interventi per non sacrificare tutto. Resta da capire se basterà.