Il giorno dopo la notifica di chiusura indagini inviato dalla Procura federale, i legali della Juventus hanno messo a punto le strategie difensive su manovre stipendi, agenti e partnership. Il club – ricorda La Gazzetta dello Sport – continua a sottolineare come finora nessun giudice si sia espresso sul caso.
A proposito della prima manovra stipendi (stagione 2019/20) che riguarda la riduzione di quattro mensilità, tre delle quali recuperate l’anno successivo, fa sapere da sempre di non aver mai nascosto l’intenzione di pagare in un secondo momento, ricordando la nota della società del 28 marzo 2020 (a campionato fermo per il Covid).
«Qualora le competizioni sportive riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi», scriveva la Juventus. Per la seconda manovra stipendi, quella delle “side letter” della stagione 2020/21, il club sostiene che le carte private fossero semplici promemoria di conteggio per fissare con ogni calciatore la cifra da corrispondere in futuro, tanto che non tutte portano le firme di società e interessato.
Per la Juve non avrebbero dunque valore legale, ma il fatto che siano state trovate in posti insoliti ovviamente alimenta i sospetti. Sugli agenti si attende di verificare ciò che è avvenuto. Infine, il tema delle cosiddette “partnership sospette”. Chiné ha scelto di aspettare l’esito delle indagini delle Procure dei sei club coinvolti, ma di procedere contro la Juve. Il club si chiede se gli altri processi non possano fornire elementi utili alla difesa bianconera.