La Premier League stringe le norme sulle proprietà dei club. In una assemblea svoltasi oggi, infatti, le società hanno approvato all’unanimità una serie di modifiche su quello che viene definito Owners’ and Directors’ Test (OADT), ovverosia i controlli che vengono fatti dalla lega inglese sui proprietari e sui dirigenti dei club della massima serie.
“A seguito di una revisione completa dell’OADT e della consultazione con i club e una serie di parti interessate, i club hanno concordato i seguenti emendamenti alle regole e riforme del processo di valutazione dell’OADT, che entreranno in vigore con effetto immediato”, si legge in una nota della Premier League.
Tra le altre, le novità riguardano:
- Le decisioni prese dal consiglio della Premier League nell’ambito dell’OADT saranno soggette a revisione da parte di un nuovo comitato di supervisione indipendente
- La soglia per il “controllo” sarà abbassata al 25% dal 30%.
- Gli amministratori delegati di club saranno inclusi nell’ambito dell’OADT, così come un nuovo concetto di “firmatari rilevanti”, ovvero individui responsabili della firma di una serie di documenti normativi chiave
Soprattutto, sono stati aggiunti diversi temi tra le situazioni che possono portare allo stop da parte della Premier League a un passaggio di proprietà legato a un club o alla “squalifica” di un proprietario. Tra gli altri, si parla di “squalifica” per:
- individui/aziende soggetti a sanzioni governative
- individui/aziende legate a Paesi in cui c’è violazioni dei diritti umani, basato sul Global Human Rights Sanctions Regulations 2020
- individui/aziende soggetti riconosciuti colpevoli di reati che portano al carcere come violenza, corruzione, frode, evasione fiscale e reati di odio;
Inoltre, secondo le nuove norme ci dovrà essere anche maggiore chiarezza e trasparenza sulla due diligence che deve essere condotta dalla Premier League in caso di acquisizione, oltre a quella che viene definita una “due diligence annuale” da parte della Premier League su dirigenti e amministratore in carica per garantire la continua conformità con i regolamenti.
Andrà tuttavia capito come questa nuova norma impatterà sia sulle attuali proprietà (basti pensare al Newcastle di proprietà di PIF, fondo sovrano dell’Arabia Saudita, o il Manchester City di proprietà dell’Abu Dhabi United Group degli Emirati Arabi, Paesi entrambi sotto accusa sul tema dei diritti umani) e sulle trattive in corso (come quella tra lo sceicco Al Thani e i Glazer per il Manchester United). Anche se va sottolineato come il voto sia arrivato all’unanimità da tutti i club di Premier League, compresi anche quelli come Newcastle e Manchester City: l’escamotage sembrerebbe essere quello legato al fatto che lo sto riguarderebbe soltanto persone sanzionate ai sensi della legislazione sui diritti umani del Regno Unito come membri dell’ISIS, talebani e così via, ma ci sarebbe invece una sorta di via libera alle proprietà anche legati a Paesi al centro di polemiche per le violazioni dei diritti.