La Juventus vivrà due mesi di fuoco – aprile e maggio 2023 – tra campo e giustizia (ordinaria e sportiva). Il club bianconero capirà quale sarà la sua classifica reale dopo aver affrontato i processi che lo riguardano. Si va dal ricorso al Coni per la restituzione dei 15 punti sul caso plusvalenze, al rischio di nuove penalità per il secondo filone di indagini sulle manovre stipendi.
Ma cosa succederà invece agli altri club coinvolti nel caso delle cosiddette “partnership sospette” proprio con la Juventus? Per quanto riguarda le altre società (Bologna, Sampdoria, Udinese, Atalanta, Sassuolo e Cagliari) l’orientamento del procuratore Chiné sembra essere quello di chiedere una «sospensione in attesa di documentazione».
In sostanza – spiega La Gazzetta dello Sport – Chinè non deferirà e non archivierà dal momento che alcune procure (come quelle di Cagliari, Genova e Bologna) hanno già avviato delle inchieste penali. In caso di indagini pendenti sugli stessi fatti di cui si sta occupando la magistratura ordinaria il codice di giustizia sportiva permette di riaprire l’indagine a fronte di nuove prove.
In questo modo si vuole evitare ciò che è accaduto con la Juventus, ovvero procedere con i due gradi di giudizio (i bianconeri erano stati assolti in primo e secondo grado per le plusvalenze) e poi riaprire un nuovo procedimento. Questo significa che per gli altri club coinvolti i tempi si allungano e si andrà sicuramente alla prossima stagione.