Perché la Commissione Ue dice no ai soldi del PNRR per il Franchi

Dopo settimane di dibattiti, la Commissione Europea si è espressa sulla disputa legata ai fondi del PNRR che Firenze avrebbe avuto a disposizione per il rifacimento dello stadio Artemio Franchi,…

PNRR terza rata Italia

Dopo settimane di dibattiti, la Commissione Europea si è espressa sulla disputa legata ai fondi del PNRR che Firenze avrebbe avuto a disposizione per il rifacimento dello stadio Artemio Franchi, dove disputa le proprie gare casalinghe la Fiorentina.

«Nell’ambito del suo PNRR l’Italia ha adottato una serie di piani di investimento per la rigenerazione urbana delle città metropolitane, tra cui Firenze – riporta l’edizione odierna del La Repubblica-Firenze citando gli accordi fra Italia e Ue -. E l’obiettivo è rivitalizzare aree urbane degradate. Ciò significa che i progetti devono essere localizzati in grande aree urbane degradate e rispettare l’obiettivo sociale della misura». La Recovery and Resilience Facility, contattata dal quotidiano in merito, non lascia spazio a interpretazioni: «i progetti devono riguardare aree urbane degradate». E Campo di Marte, dove sorge il Franchi, non lo è.

«L’Italia sta finanziando la ristrutturazione dello stadio di Firenze attraverso risorse nazionali, provenienti dal Piano nazionale complementare (PNC)» spiegano dalla Commissione. A questi si aggiungono i fondi dei “Piani urbani integrati” del PNRR; stanziamenti che, come nel caso di tutti gli altri progetti, vengono controllati da Bruxelles. Che in questi giorni ha espresso perplessità sia sul “Bosco dello sport” di Venezia che sul Franchi.

I motivi sono principalmente due: il fatto che il finanziamento pubblico andrà a uno stadio poi utilizzato da un privato e poi che quella tranche da 55 milioni sui circa 200 complessivi rientra, appunto, nei “Piani urbani integrati” del PNRR che — si legge nel portale Italia Domani dedicato al Piano di ripresa italiano — «mirano a migliorare le periferie delle Città Metropolitane».

Ed è proprio su questo punto che si concentra la Commissione. «La terza tranche di pagamento dell’Italia nell’ambito del PNRR include una “milestone” relativa all’adozione di piani di investimento relativi a progetti di rigenerazione urbana da parte delle città metropolitane — dicono da Bruxelles — . L’obiettivo della misura è rivitalizzare aree urbane degradate, consentendo la trasformazione di territori vulnerabili in città smart e sostenibili. Sebbene la misura inclusa nel PNRR non definisse ex ante i progetti specifici da includere nei piani, questi devono rispettare i criteri delineati nella decisione di esecuzione del Consiglio. Ciò significa che i progetti devono essere localizzati in grandi aree urbane degradate e rispettare l’obiettivo sociale della misura». Non c’è un riferimento diretto a Campo di Marte o al Franchi, ma è chiaro che lo stadio di Firenze certo non rientra in un zona di degrado.

Ora la palla passa al Governo che dovrà valutare se togliere il rifacimento del Franchi dai propri lavori finanziati con le risorse del PNRR, come richiesto da varie voci dell’opposizione, l’ultima delle quali quella dell’ex premier Matteo Renzi. Nel frattempo la Commissione europea si è presa del tempo per valutare il piano di investimenti dell’Italia. Non una decisione nuova per casi di questa portata, ma fino ad allora tutto resta in sospeso.