Abodi: «Juve? Non trasformiamo processo in una partita»

«Il rischio è quello di trasformare il processo penale e sportivo quasi in una partita di calcio, nella quale si confrontano le squadre. Al centro ci sono delle regole e…

Abodi stadio comunità energetica
(Foto: Paolo Bruno/Getty Images)

«Il rischio è quello di trasformare il processo penale e sportivo quasi in una partita di calcio, nella quale si confrontano le squadre. Al centro ci sono delle regole e dobbiamo fare in modo che queste vengano conosciute, rispettate e là dove non sono rispettate si intervenga».

Così il Ministro dello Sport Andrea Abodi ha commentato l’inizio del processo della Juventus, intervenendo nella puntata numero 694 de “La Politica nel Pallone”, trasmissione condotta da Emilio Mancuso su GR Parlamento. «Qui si viene interpretati ogni volta, a seconda delle circostanze e delle squadre dovremmo stare tutti dalla stessa parte. Le regole sono uguali per tutti, non c’è una doppia morale e chi sbaglia paga», ha proseguito il ministro dello Sport a proposito del caso che ha coinvolto il club bianconero.

Abodi ha poi toccato anche il tema delle infrastrutture, spiegando che la modernizzazione degli stadi italiani è una questione «di valorizzazione del patrimonio pubblico». E in vista della candidatura italiana per gli Europei del 2032, per il ministro dello Sport «serve un modello di partecipazione di carattere finanziario, ho lanciato l’idea del fondo immobiliare stadi, dove anche le amministrazioni comunali possono e debbono fare la loro parte».

«Nei prossimi giorni sarà ufficializzato un comitato interistituzionale con alcuni ministeri chiave e questa sarà testimonianza vera del Governo di sostenere questo processo di sviluppo al di là delle decisioni della UEFA», ha spiegato ancora Abodi.

«Torino è uno stadio all’avanguardia, Roma e Milano dovranno essere migliorati, su Milano ci sono idee diverse. Per gli stadi che restano servono circa 1,5 miliardi, ma il punto è il ruolo nella città, non credo sia un costo ma un investimento remunerativo. Dovranno essere stadi sicuri, accessibili, nel rispetto dell’ambiente e intelligenti dal punto di vista della tecnologia», ha concluso.