ManUTD, Elliott presenta offerta per una quota di minoranza

Non soltanto lo sceicco del Qatar Jassim Bin Hamad Al-Thani e il patron del colosso chimico Ineos Sir Jim Ratcliffe. Anche il fondo statunitense Elliott Management – fino a pochi…

Elliott offerta minoranza United
Il numero uno del fondo Elliott, Paul Singer (Foto: Thos Robinson/Getty Images for New York Times)

Non soltanto lo sceicco del Qatar Jassim Bin Hamad Al-Thani e il patron del colosso chimico Ineos Sir Jim Ratcliffe. Anche il fondo statunitense Elliott Management – fino a pochi mesi fa proprietario del Milan in Serie A – ha presentato un’offerta per il Manchester United. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Times, l’offerta riguarda una quota di minoranza dei Red Devils.

Elliott aveva inizialmente presentato una proposta di finanziamento per eventuali potenziali acquirenti. Ma il fondo era tra i gruppi che la scorsa settimana hanno fatto un tour dell’Old Trafford e del centro di allenamento del club a Carrington, e sulla scia di quegli incontri ha ora deciso di presentare un’offerta per una quota della società.

Fonti che hanno familiarità con la situazione hanno riferito al Times che mercoledì prima della scadenza originaria delle 21:00 è stata presentata un’offerta per una «piccola quantità di azioni ordinarie» oltre a un’offerta per fornire finanziamenti a eventuali offerenti. È uno sviluppo interessante considerando la preoccupazione tra gli offerenti che una riluttanza da parte di qualsiasi potenziale acquirente nel raggiungere la valutazione di 6 miliardi di sterline potrebbe portare la famiglia Glazer a optare per un investimento di minoranza.

Il Qatar e Ineos, da parte loro, credono di essere gli unici gruppi che cercheranno di acquistare il club a “titolo definitivo”, piuttosto che fare offerte per una quota di minoranza. I due concorrenti hanno capito che non dovranno affrontare la concorrenza diretta degli Stati Uniti, dell’Asia o dell’Arabia Saudita. Una persona molto vicina alle trattative ha comunque affermato che c’era la preoccupazione che «l’intera faccenda sia stata un’enorme pantomima», con le offerte «molto al di sotto delle aspettative della famiglia Glazer».