Caos Champions, tifosi del Liverpool chiedono i danni alla UEFA

Il report redatto dalla UEFA sugli incidenti e disordini prima della finale di Champions League tra Liverpool e Real Madrid a Parigi, che avevano fatto ritardare il fischio di…

Liverpool richiesta danni UEFA
(Foto: Matthias Hangst/Getty Images)

Il report redatto dalla UEFA sugli incidenti e disordini prima della finale di Champions League tra Liverpool e Real Madrid a Parigi, che avevano fatto ritardare il fischio di inizio, ha risollevato il velo sulla questione, con quasi 3.000 tifosi Reds che hanno inoltrato diverse richieste di risarcimento alla stessa UEFA per i traumi subiti.

Il report, pubblicato nella giornata di ieri, evidenzia come le cause dei disordini al di fuori dello Stade de France non siano riconducibili alla presenza di diversi tifosi del Liverpool sprovvisti di biglietto, tesi sviluppata dalle forze dell’ordine francesi, poi non supportata dai fatti. E che allo stesso tempo la UEFA sia una delle prime responsabili di quanto accaduto.

Proprio sul tema rimborsi, la UEFA ha annunciato che darà il via a un programma speciale in tal senso per tutti i presenti alla partita, ma secondo i legali che assistono i 3.000 tifosi inglesi, a questi ultimi spetta «un adeguato risarcimento». Secondo quanto riporta The Telegraph, la class action, condotta da Pogust Goodhead insieme allo studio Binghams, arriverà sulle scrivanie della UEFA questa settimana.

«Le scuse sono solo un inizio – dichiara uno dei legali – ma semplicemente non sono abbastanza. Vogliamo che i nostri clienti, insieme a tutti gli altri tifosi coinvolti, che si sono dimostrati irreprensibili, vengano risarciti per il trauma psicologico e fisico che hanno subito quel giorno e per il successivo trauma che hanno subito dopo l’evento quando le autorità hanno continuato a incolpare loro».

Lo studio legale Leigh Day sta portando avanti separatamente un’altra class action per conto dei tifosi contro la UEFA sulla base del fatto che la Federcalcio europea «non è riuscita a garantire un ambiente sicuro e protetto per i partecipanti e potrebbero avere una responsabilità legale nei confronti di coloro che hanno subito lesioni fisiche e/o psicologiche».