Eredità Agnelli: Margherita, madre di Elkann, querelata dal suo ex avvocato

Si apre un nuovo capitolo nella lite giudiziaria sull’eredità di Gianni Agnelli. Un avvocato milanese, Luigi Emanuele Gamna, ha presentato alla procura di Firenze una querela per i contenuti del…

Eredità Agnelli scontro Dicembre

Si apre un nuovo capitolo nella lite giudiziaria sull’eredità di Gianni Agnelli. Un avvocato milanese, Luigi Emanuele Gamna, ha presentato alla procura di Firenze una querela per i contenuti del libro ‘Agnelli coltelli’, pubblicato lo scorso anno dall’editore Vallecchi: la richiesta è di procedere per diffamazione contro l’autore, il giornalista Gigi Moncalvo, e Margherita Agnelli de Pahlen, figlia dell’ex presidente della Fiat morto nel 2003 e madre di John Elkann, numero uno di Exor (la holding degli Agnelli-Elkann azionista di maggioranza, tra gli altri, di Juventus, Ferrari e Stellantis). Gamna è uno dei due avvocati che, all’epoca, seguirono la successione per conto di Margherita Agnelli. Ora ritiene che il volume contenga accuse “esplicite” e “infamanti” sul suo operato.

Sulla divisione dei beni di Gianni Agnelli, Margherita e la madre, Marella Agnelli Caracciolo, il 18 febbraio 2004, in Svizzera, siglarono un accordo. Intorno a quell’intesa, che per Gamna fu preceduta da “trattative estenuanti”, negli anni successivi crebbe un groviglio di cause civili, denunce, indagini, archiviazioni. Margherita si rivolse alla giustizia civile per ottenere dagli amministratori un rendiconto completo del patrimonio del padre, sostenendo, in sintesi, che una parte era rimasta sottotraccia: la domanda fu respinta dai giudici.

Gamna, per quel che riguarda ‘Agnelli coltelli’, si sente diffamato dalla ricostruzione della trattativa sfociata nell’accordo del 2004. Afferma che gli vengono rimproverate, a torto, la “mancanza di trasparenza” e l'”arrendevolezza”, se non addirittura il “sostegno intenzionale”, verso la controparte. Sul suo operato sarebbero stati quindi lanciati dei sospetti di patrocinio infedele e di truffa. “Ma i magistrati – sottolinea – non mi hanno né condannato né incriminato per questi presunti “delitti”. Non solo. “Margherita ottenne la più grande parte del patrimonio all’epoca ‘visibile’, mantenendo il diritto di ricevere la metà di quanto fosse stato ritrovato in seguito. Nel 2004, ritenendo la Fiat sull’orlo del fallimento, decise in piena autonomia di cedere alla madre la sua quota della società di controllo del Gruppo”.

Nelle pagine di ‘Agnelli coltelli’ si trovano delle avvertenze piuttosto esplicite: è un libro che “mescola una certa dose di fantasia con la realtà documentale”, “le trascrizioni di alcuni dialoghi sono spesso frutto di ricostruzione”, “è da considerarsi un romanzo, una sorta di docu-fiction”. Ma a Gamna non basta: “Mi sono rivolto al giudice penale” perché “non intendo subire oltre le vessazioni che mi hanno procurato gravissimi e irreversibili danni nel tempo”.