Nell’immaginario collettivo nazionale Milano è percepita come città sinonimo di efficienza. Al di là di cliché e caricature, che tanto fanno storcere il naso ma che poi non si smettono mai di usare in Italia, a torto o ragione il capoluogo viaggia da sempre a una velocità diversa rispetto al resto del Paese.
Una peculiarità che non va necessariamente vista come virtuosa e che presenta infatti anche controparti negative (ritmi frenetici, costo della vita spesso insostenibile e via discorrendo) ma che è sempre stato un fiore da appuntarsi in fretta all’occhiello per la classe politica milanese e più in generale lombarda.
Che Milano abbia una sua intrinseca capacità decisionista è comunque un dato oggettivo così come è ormai fattuale che su una questione diventata ormai annosa, chi guida la città abbia dato prova di tergiversazioni da manuale.
Football Affairs San Siro scacco alla politica: l’indecisione del Comune
La questione è quella di San Siro, lo storico impianto, la Scala del Calcio, casa di due dei club più noti e blasonati del Paese, meta di pellegrinaggio per appassionati di tutto il mondo. Se si leva l’aurea poetica e si analizza razionalmente il dato infrastrutturale, il caro e vecchio Meazza necessita di grandi attenzioni e soprattutto non può permettersi l’infinito scorrere del tempo.
Così come il primo cittadino, Giuseppe Sala, non può continuare a rimandare a data da destinarsi il futuro dell’impianto.
Per i pochi che non lo sapessero, il curriculum di Sala era già ben ricco prima di intraprendere la carriera politica e da manager di lungo corso, nel pubblico e privato, artefice del successo di Expo 2015, di decisioni, anche delicate, nella sua carriera ne ha prese non poche.
Eppure il non decidere è l’atteggiamento che ha accompagnato il sindaco lungo tutto il suo primo mandato e che sta caratterizzando anche questo secondo ma che, in vista delle elezioni regionali in Lombardia, pare non poter essere più applicato a oltranza.
Football Affairs San Siro scacco alla politica: la volontà dei club
Questo perché le elezioni regionali in generale, e della regione più ricca e popolosa del Paese in particolare, sono anche un tema nazionale: un check di tenuta per la coalizione al Governo e un punto di svolta o se non altro di riflessione per le opposizioni. A prescindere dagli esiti elettorali la questione San Siro è un busillis su cui i confronti si fanno serrati, le posizioni volubili e gli animi si scaldano non poco.
Impianto da ristrutturare o da abbattere? O ancora un nuovo stadio a Sesto con tanto di mall integrato per entrambe le squadre? E per l’appunto Inter e Milan cosa vogliono davvero? Nel Football Affairs di questa settimana il direttore Luciano Mondellini torna a ragionare sul destino di San Siro tra politica, dichiarazioni dei club e volontà recondite delle proprietà, fattibilità dei progetti e l’impegno, non poi così lontano di Milano – Cortina 2026 che potrebbe avere un ruolo non poco cruciale.