Non solo Exor e Roma: anche Atlantia lascia Piazza Affari

Atlantia dice addio a Piazza Affari dopo 19 anni dalla quotazione. Il delisting arriva dopo l’offerta pubblica di acquisto dei Benetton e di Blackstone, decisa per mettere al sicuro il…

Atlantia delisting ufficiale

Atlantia dice addio a Piazza Affari dopo 19 anni dalla quotazione. Il delisting arriva dopo l’offerta pubblica di acquisto dei Benetton e di Blackstone, decisa per mettere al sicuro il gruppo da incursioni non gradite come quella del patron di Acs e del Real Madrid, Florentino Perez, che si era fatto avanti con Gip e Brookfield per rilevare Atlantia a farne uno spezzatino.

Nelle settimane scorse l’offerta pubblica di acquisto di Schema Alfa, il veicolo partecipato da Edizione e Blackstone, si è conclusa con la società che ha ottenuto il 95,93% del capitale Atlantia. In occasione dell’annuncio dei dati definitivi dell’opa, inoltre, la società ha anche reso noto la tempistica per il delisting. Borsa Italiana, infatti, ha disposto la sospensione dalla quotazione su Euronext Milan delle azioni di Atlantia nelle sedute del 7 e 8 dicembre per poi procedere alla revoca a partire dalla seduta odierna, 9 dicembre.

Il debutto di Atlantia in Borsa risale al 2003 ma la sua storia arriva da molto lontano. Si parte nel 1950 quando, per iniziativa dell’Iri (Istituto per la ricostruzione industriale), nasce la Società Autostrade Concessioni e Costruzioni. Nel 1999 Autostrade viene privatizzata e all’Iri subentra un nucleo stabile di azionisti guidato da Edizione (holding di investimenti fondata e controllata dalla famiglia Benetton).

Quattro anni dopo le attività in concessione vengono separate dalle attività non autostradali e nasce Autostrade per l’Italia e la holding di partecipazioni sbarca a Piazza Affari. Dal 2005 in poi, Atlantia ha iniziato un processo di diversificazione geografica acquisendo la gestione di autostrade a pedaggio in Brasile, Cile, India e Polonia. Nel 2021, dopo aver ceduto l’intera partecipazione detenuta in Autostrade per l’Italia ad un consorzio guidato da Cassa Depositi e Prestiti, è stata avviata una profonda trasformazione che ha definito il corso della nuova Atlantia.

La società, con una presenza articolata a livello globale, non solo detiene Aeroporti di Roma e Telepass in Italia ma è presente nel settore autostradale e aeroportuale anche all’estero: nella società autostradale spagnola Abertis (insieme ad Acs di Perez), in Aeroports de la Cote D’Azur e ha quote di minoranza in Getlink, la società che gestisce il tunnel sotto la Manica, e nel costruttore tedesco Hochtief. Atlantia, dal punto di vista dei risultati finanziari, ha chiuso il 2021 con ricavi operativi consolidati per circa 6,3 miliardi di euro ed un margine operativo lordo (Ebitda) pari a circa 4 miliardi di euro. Gli investimenti operativi sono stati pari a circa 1,1 miliardi.

L’addio di Atlantia è un altro duro colpo per Piazza Affari, che nel 2022 farà registrare un saldo ampiamente negativo tra quotazioni e delisting. Da gennaio si contano una ventina di Ipo per quasi 5 miliardi di euro, mentre le uscite – tra le quali si registrano anche quella della AS Roma dei Friedkin e della Exor della famiglia Agnelli-Elkann – toccheranno quota 44 miliardi, quasi dieci volte il valore delle Ipo.