Giganti del web: 36 miliardi di tasse non pagati in tre anni

La fiscalità agevolata è sempre stato un grande alleato per i giganti del web (WebSoft) che, secondo uno studio di Mediobanca, hanno “risparmiato” 36,3 miliardi di tasse. In prima linea…

Microsoft (Insidefoto)

La fiscalità agevolata è sempre stato un grande alleato per i giganti del web (WebSoft) che, secondo uno studio di Mediobanca, hanno “risparmiato” 36,3 miliardi di tasse. In prima linea ci sono aziende come Tencent, Microsoft, Alphabet e Meta (che controlla i social network quali Facebook, Instagram e Whatsapp).

Lo studio rivela come nel 2021 circa il 30% dell’utile ante imposte è tassato nei Paesi a fiscalità agevolata con un risparmio di 12,4 miliardi solo per l’anno solare scorso. L’aliquota media applicata ai colossi del web è del 15,4%, mentre la media dei paesi dove questi operano è del 21,9%.

Spostando l’epicentro in Italia, le WebSoft sono ubicate specialmente al Nord e soprattutto a Milano e provincia. Il loro fatturato nel nostro paese ha raggiunto 8,3 miliardi di euro nel 2021 con 23mila lavoratori impiegati. Un dato, quest’ultimo, in crescita considerando che nel 2020 erano 14mila con Amazon grande artefice di questa impennata e che vanta il maggior numero di impiegati in Italia per un totale, riferito al 2021, di 11.911 persone.

Per quanto riguarda i conti del fisco italiano, nel 2021 le WebSoft hanno versato quasi 150 milioni di tasse per un’aliquota effettiva pari al 25,1%. Considerando il pagamento della Digital Service Tax, l’aliquota sale al 33,5%. Da gennaio a settembre 2022 i WebSoft crescono in termini di fatturato aggregato del 9,5% sul 2021 con differenze per aree geografiche con il traino del Nord America, che ha avuto una crescita del 13,7%, mentre Europa e Asia hanno registrato, rispettivamente, 8,2% e 6,6% con l’America Latina che ha avuto un’impennata del 24,9%.

Per quanto riguarda i diversi settori, che sfruttano il ritorno alla normalità dopo la pandemia, lo sharing mobility schizza a un più 111,6% alla voce ricavi, seguito dalle vendite online di viaggi (+55,5%). Di conseguenza la crescita è più contenuta per quei settori che aveva avuto dei benefici dal cambio di abitudini dei consumatori durante la pandemia. Per esempio, il food delivery ha registrato un più 27,0%, dato notevole, ma non paragonabile con quello dei settori che abbiamo visto precedentemente.

Nello stesso periodo risulta in contrazione la redditività operativa (-5,5% il MON sui primi nove mesi 2021) e crollano gli utili netti (-42,0%), con ogni società che ha mediamente prodotto un utile netto giornaliero di 16 milioni rispetto ai 27 milioni di euro del 2021.

In calo anche la liquidità (-11,9%) che resta comunque ancora sostenuta, con un’incidenza sul totale attivo del 23,4% a fine settembre 2022 (dal 28,0% a fine dicembre 2021, superiore al 14,4% della grande manifattura). Tale ridimensionamento riflette i maggiori investimenti per crescita interna (+20% sui primi nove mesi 2021) ed esterna, tramite operazioni di M&A (goodwill +15%), ma anche l’azione di sostegno ai prezzi di Borsa (acquisto di azioni proprie +12%).

A livello di singoli gruppi, nei primi nove mesi 2022 si registra l’impennata dei ricavi delle statunitensi Uber (+99,3%), Booking (+63,5%) ed Expedia (+43,2%), seguite a distanza dalla coreana Coupang (+14,4%) e dalla giapponese Rakuten (+13,7%). Segno negativo e a doppia cifra per Activision Blizzard (-21,8%), Qurate (-14,1%), Vipshop (-13,9%) e Wayfair (-12,8%). Per quanto riguarda la redditività industriale, nei primi nove mesi del 2022, Microsoft guida la classifica per ebit margin (41,2%), davanti ad Adobe (35,1%), Oracle (33,4%) e Nintendo (33,0%).

Nel 2021 il giro d’affari aggregato delle 25 maggiori WebSoft mondiali ha toccato quota 1.584 miliardi di euro, pari al 90% del PIL italiano. In un quadro di forze consolidato da tempo, Stati Uniti e Cina si sono spartite la quasi totalità dei ricavi: il 67% del fatturato WebSoft è stato generato dai colossi statunitensi, il 28% da quelli cinesi e solo il 5% dai gruppi di altri paesi. Il giro d’affari è sempre più concentrato: i primi tre player, Amazon, Alphabet e Microsoft, rappresentano la metà dei ricavi aggregati, con Amazon (414,8 miliardi, di cui il 50,9% generato dal retail), in prima posizione dal 2014, che ne concentra da sola oltre un quarto.

Le multinazionali WebSoft continuano a brillare per redditività industriale. Con un ebit margin al 15,8% nel 2021 si posizionano al terzo posto nel confronto settoriale dopo le farmaceutiche (24,1%) e le Telco (telecomunicazioni) (15,9%). Se però ci si focalizza esclusivamente sull’anima digitale e si esclude l’e-commerce, il loro ebit margin vola al 25,8% primeggiando su tutti gli altri settori industriali.

A fine 2021 la forza lavoro delle WebSoft contava quasi quattro milioni di persone in tutto il mondo, in aumento di oltre un milione di unità sul 2019, di cui +810mila dalla sola Amazon, regina indiscussa per numero di occupati: 1.608 mila a fine 2021.