Caso Bochicchio, Conte chiese aiuto ai servizi segreti britannici

Antonio Conte, tramite il fratello Daniele, si rivolse anche ai servizi segreti britannici per recuperare i suoi soldi sottratti da Massimo Bochicchio, il broker accusato di truffa ai danni dell’ex allenatore…

VIP risarcimenti Bochicchio
(Foto: Catherine Ivill/Getty Images )

Antonio Conte, tramite il fratello Daniele, si rivolse anche ai servizi segreti britannici per recuperare i suoi soldi sottratti da Massimo Bochicchio, il broker accusato di truffa ai danni dell’ex allenatore di Juventus e Inter e anche di altri personaggi del mondo del calcio calcio come El Shaarawy, Lippi ed Evra.

Come riporta La Repubblica-Roma, i processi, a Roma e Milano, si sono conclusi con la morte di Bochicchio, causa un incidente stradale sulla via Salaria, ma calciatori ed esponenti del mondo del calcio non si sono arresi e rivogliono avere i soldi affidati dal broker. Ed è qui che entra in campo un agente britannico, contattato dalle persone truffate, con stretti legami con Scotland Yard.

Lo afferma al telefono lo stesso Daniele Conte: «Devo incontrare questo qui, mi fanno incontrare praticamente uno dei servizi segreti civili e militari a Londra non ho capito bene comunque sa un po’ di cose», dice al telefono il 14 dicembre del 2020. «Ma chi ti ha dato il riferimento?» domanda l’interlocutore. «Tramite quelle persone con cui sto facendo il discorso del fondo, c’è di mezzo un altro che so il nome, che lavora lì. Non sto capendo chi cavolo è, ma lavora sempre nell’ambito della finanza e c’hanno un po’ di cose da dirmi. Vado li e vedo un attimino».

Dopo neanche 24 ore il fratello dell’allenatore è al telefono con l’uomo che dovrebbe trovare il tesoro di Bochicchio: «L’interlocutore vanta contatti con i responsabili della sicurezza e specifica poi che, sebbene l’ambasciatore Trombetta (Raffaele, altra vittima di Bochicchio ndr) sia ovviamente coinvolto nella vicenda, non è a questi che fa riferimento quando parla di contatti, quanto piuttosto al servizio segreto civile». Più precisamente «il più grosso esperto che tu possa avere di polizia sul territorio britannico per quello che riguarda l’Italia, quindi qualsiasi cosa deve passare da lui», è il «collegamento con Scotland Yard».

Va ricordato che Scotland Yard è la sede del “Metropolitan Police Service”, responsabile del servizio di polizia nella regione della Grande Londra, nel Regno Unito. I servizi segreti rispondono invece al nome di MI5 – per la sicurezza interna – ed MI6, per quella esterna, e hanno sede rispettivamente alla Thames House e a Vauxhall Cross, a Londra.

Il contatto fornisce fin da subito informazioni riservate: «Il nostro uomo si accompagna con una famiglia libanese-siriana. Potrebbe avere a che fare con la ripulitura di soldi, perché sai i libanesi ci sono se c’è da far transitare un sacco di soldi in una banca svizzera o una banca italiana o francese, magari, se questo diventa un problema, magari li fa passare in una banca libanese o in una banca di Dubai che conosce, o del Qatar, riuscendo così a farlo».

Daniele Conte risponde offrendo le sue informazioni: «Io comunque so che è in contatto con il suo precedente proprietario di casa a Londra». I tentativi di recuperare il denaro sono i più disparati. Conte lo spiega al commercialista Matteo Ripianese: «asserisce che ha sentito Patrice (verosimilmente Evra) con il quale avrebbe intenzione di partire per Dubai, dove si trova attualmente Massimo Bochicchio. Se vogliamo prendiamo e andiamo». I due non andranno mai. Ma Bochicchio arriverà in Italia. I suoi soldi invece no.

«Mi sembra pazzesco – continua Conte – io comunico il numero alla Guardia di Finanza e lui perde il telefono, ma che è, pure sta storia». Il dubbio è legittimo per una coincidenza che appare quantomeno sospetta e che fa nascere solamente una domanda: Massimo Bochicchio, se è stato messo a corrente da qualcuno della intercettazione della sua frequenza telefonica, da chi è stato avvertito? Un quesito che i magistrati si sono posti quando un tassista ha chiamato dicendo di aver trovato casualmente il suo cellulare, all’interno del suo taxi. Lo ha lasciato volontariamente Bochicchio, lo ha perso davvero o lo ha fatto lasciare da qualcuno per condurre gli investigatori su una falsa pista? Domande a cui Conte prova a cercare risposta, e non solo lui.

Del resto tutto ciò che riguarda Massimo Bochicchio diventa un mistero. Lo è diventata la sua morte, visto che il corpo carbonizzato e irriconoscibile ha dato adito alle più disparate teorie, prima che la prova del Dna ne confermasse l’identità. Ed è ambigua, emerge adesso, anche la chiamata del tassista degli Emirati Arabi ad Antonio Massimino, un investitore che racconta la vicenda al telefono con Daniele Conte.

Il tassista chiama il 21 ottobre del 2020, lo stesso giorno in cui Antonio Massimino comunica alla Finanza di aver scoperto il nuovo numero di Bochicchio. La storia emerge dagli atti che rimbalzano tra i procuratori di Roma e Milano. Quel giorno Bochicchio è ancora vivo, è a Dubai e i creditori gli stanno alle costole scambiandosi informazioni. Lo cercano in tutto il mondo, lui a stento parla con la famiglia, ma all’improvviso arriva una telefonata: «Vuoi farti due risate? Mi ha chiamato un numero da Dubai, ho risposto, ho detto ‘chi è?’», riassume Massimino a Daniele Conte spiegando che dall’altro lato della cornetta l’interlocutore avrebbe risposto: «Ho trovato un cellulare nel mio taxi, sono un tassista di Dubai, ma ho visto che tu hai chiamato a questo numero e magari conosci chi ha perso il telefono così glielo posso riportare».

«Da un lato – si legge nelle carte – Massimino ipotizza che la telefonata del tassista potrebbe essere una strategia di Bochicchio per essere ulteriormente contattato sul numero inglese», dall’altro si pone una domanda e riflette: «Mi sembra pazzesco, io comunico il numero alla Guardia di Finanza e lui perde il telefono, ma che è pure sta storia».

Il sospetto è che una talpa possa aver allertato il broker. Ad ogni modo, riflettono gli interlocutori, occorre mettere le mani sul telefono. Conte vede un’opportunità: «così pigliamo un po’ di mail. A chi lo potremmo far lasciare?». La caccia dei creditori continuerà invano, quella degli investigatori produrrà i suoi frutti: Bochicchio viene arrestato nel luglio 2021. Il processo però naufraga con la sua morte il 19 giugno scorso.