Adani: «Con la BoboTv un nuovo modo di comunicare: ci concentriamo sul contenuto»

L’ex calciatore e ora opinionista Daniele Adani ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera per parlare di come sia nato il suo personaggio e delle sue esperienze…

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Lele Adani (foto Social Football Summit)

L’ex calciatore e ora opinionista Daniele Adani ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera per parlare di come sia nato il suo personaggio e delle sue esperienze professionali. Dopo essere stato un volto importantissimo di Sky, Adani si è spostato in Rai – dove seguirà i Mondiali in Qatar – oltre ad avere un impegno fisso con la Bobo Tv, che si è alleata con la Tv di Stato proprio in vista della Coppa del Mondo.

Adani tocca diversi temi, a partire dall’invidiadi chi dice «Adani è prigioniero del proprio personaggio». «Questo concetto è alimentato da altri che fanno il mio lavoro e non mi prendono per quello che sono, coi miei argomenti, la mia opinione e la mia passione. La mia forza è quella di avere argomenti, che non vuol dire avere il consenso: io non vivo per il consenso, cerco di vivere per un senso del giusto che è dato dai miei argomenti e ci tengo continuamente a dimostrarlo. Sento che chi la pensa diversamente spesso non si concentra sugli argomenti».

Tra gli altri temi, l’ex difensore si è soffermato anche sul divorzio da Sky, andato in scena nell’estate del 2021. Un divorzio che si è consumato «in un modo quasi incomprensibile dal punto di vista della trasparenza: sono stato oscurato senza capire il motivo e la scelta di separarsi non mi è mai stata spiegata. C’è stato un comportamento subdolo e irrispettoso».

Sulla possibilità che la scelta sia legata al dualismo con Massimiliano Allegri, Adani spiega: «Non posso crederlo. E non sento nemmeno di dubitarne. Credo anzi che abbia fatto bene alla comunicazione in Italia, agli appassionati e a Sky stessa. La comunicazione per me è questo: un confronto che suscita interesse e dà la possibilità di pensare».

Capitolo Bobo Tv: «Credo che abbia cementato un nuovo modo di comunicare: la prima differenza è nel fatto che abbiamo tutto il tempo che vogliamo e in quello emerge sempre l’uomo, con il suo eccesso, la sua spontaneità, la sua libertà. La nostra è quasi una compagnia, che esce dai canoni prestabiliti, con attenzione all’aspetto più importante, che è il contenuto. Altrimenti la gente non ti segue».

E a proposito dello sbarco del format in Rai e del rischio di snaturarsi, Adani spiega: «La chiave è essere sé stessi, senza tenersi, senza gestirsi, parlando con la testa e con il cuore nei tempi che ti sono concessi. Se no è troppo facile: ci sono tantissimi ex calciatori che parlano, ma la domanda è: quanti sono interessanti? Per me, pochi».

In chiusura, una battuta su Antonio Cassano, spesso criticato per le sue dichiarazioni: «Antonio è sempre estremo. Ha giocato nel Real e in lui c’è sempre la purezza del ragazzo di Bari Vecchia che non dimentica da dove è partito. Credo che tutti lo trovino interessante: è dirompente e si prende la responsabilità di ciò che dice, coi suoi errori, i colpi di genio, gli eccessi».