Scontro Lotito-Comune sul progetto Flaminio

Il futuro dello stadio Flaminio come nuova casa della Lazio è appeso a un filo. Il tempo inizia a stringere e ieri il percorso intrapreso dal club e dal Comune…

Scontro Lotito Comune Flaminio

Il futuro dello stadio Flaminio come nuova casa della Lazio è appeso a un filo. Il tempo inizia a stringere e ieri il percorso intrapreso dal club e dal Comune – scrive La Repubblica nella sua edizione odierna – ha registrato una prima battuta d’arresto. Un passaggio a vuoto pubblico, uno scambio di battute tra Lotito e l’assessore allo Sport Alessandro Onorato andato in scena durante la celebrazione de 100 anni dalla nascita di Tommaso Maestrelli, allenatore dello scudetto laziale del 1974.

«O si apre una conferenza dei servizi a strettissimo giro o, nell’interesse pubblico, dobbiamo fare qualcosa», ha detto Onorato facendo capire che c’è bisogno di muoversi e, nel caso, valutare altri progetti oltre a quello della Lazio. Lotito, da parte sua, ha chiesto tempo: «Non potete recuperare 20 anni di inerzia dando scadenze con la clessidra».

Il Campidoglio invita Lotito a presentare un progetto per l’avvio della conferenza dei servizi, tavolo a cui siedono tutti gli enti e le istituzioni coinvolti nella valutazione dell’opera. Il presidente biancoceleste non sembra essere dello stesso avviso.

«Le criticità sul Flaminio ci sono, ma devono essere affrontate lì. Non è una sfida, ma è un impegno verso la città: il Flaminio in queste condizioni è una vergogna per tutti», ha detto Onorato. Lotito ha poi ribattuto: «Non vado a una conferenza dei servizi al buio, andrò quando già saprò il risultato. Se poi mi bocciano il progetto, che faccio? E, se invece poi la aprono altri la conferenza prima di noi, allora significa che la giunta non è interessata al progetto della Lazio».

Da Formello hanno poi precisato che il patron laziale non vuole sapere l’esito finale, ma desidera conoscere quali siano le reali intenzioni dell’amministrazione e se si possono superare dei vincoli. Insomma, capire i margini di manovra per poi stilare un progetto. Per aprire la conferenza, però, è necessario almeno uno studio di fattibilità come quello consegnato lunedì dalla Roma al sindaco Gualtieri.

«Io ci tengo tanto al fatto che la Lazio giochi al Flaminio, l’ho proposta io come idea. Prenderlo non è un problema, lo è invece realizzare quello che abbiamo in testa. Che ci facciamo con uno stadio da 12 mila spettatori?», dice Lotito facendo riferimento ai vincoli che pendono sull’impianto realizzato da Pierluigi ed Antonio Nervi.

Sul tema, sempre a La Repubblica, è intervenuto ancora Onorato che ha chiarito meglio la posizione del Comune: «Con il sindaco Roberto Gualtieri l’abbiamo detto chiaramente. La Lazio ha la possibilità di presentare una proposta concreta sul Flaminio. La stiamo aspettando. Per noi Lotito rappresenta la Lazio e milioni di tifosi bincoazzurri».

Sul numero di posti nell’impianto, ha aggiunto: «Quando si parla di 13 mila posti, si fa riferimento alla capienza a seguito di un nuovo piano per mettere in sicurezza sulla struttura attuale, evidentemente obsoleta. Serve un progetto concreto per aprire un sano dialogo con le Soprintendenze che sono pronte a superare l’attuale situazione di degrado. Ma, senza un’idea, un progetto o un master plan è impossibile anche parlarne».

Sui tempi dell’amministrazione per chiudere la partita, Onorato conclude: «Vogliamo mettere la Lazio nelle condizioni di presentare una proposta, ma non possiamo fare gli errori di chi ci ha preceduto. Noi stiamo aspettando il progetto di Lotito, ma se nel frattempo qualcun altro presentasse una proposta sarebbe nostro dovere, come prevede la legge, valutarla».