Dopo il parere del Comune di Milano, anche il Collegio dei Garanti di Palazzo Marino ha bocciato il referendum su San Siro. Come riportato dal Corriere della Sera, ieri è stata depositata la deliberazione che ribadisce il parere negativo degli uffici comunali sui due referendum contro il nuovo stadio.
Nel loro parere, i tre garanti si sono allineati al parere espresso nei giorni scorsi dagli uffici tecnici del Comune. La proposta riguardava due quesiti: il primo referendum, propositivo, chiede di salvaguardare il Meazza senza un nuovo stadio, avviando un concorso per ristrutturare l’impianto e riqualificare la zona circostante. Il secondo quesito, invece, è abrogativo e chiede di cancellare la delibera della giunta comunale con cui, a novembre, è stato dichiarato l’interesse pubblico riguardo il progetto del nuovo San Siro.
Il parere degli uffici comunali è che sia difficile sostenere l’ammissibilità dei due referendum da un punto di vista tecnico. Ad esempio, mantenere l’attuale stadio è fattibile in linea teorica secondo i tecnici, ma dalla ristrutturazioni nascerebbero «problemi di utilizzo nel corso dei lavori da parte delle due squadre», anche alla luce del fatto che «la capienza dello stadio si ridurrebbe in maniera molto significativa e non garantirebbe le stesse prestazioni di uno stadio di nuova generazione». Secondo Palazzo Marino, inoltre, nella richiesta di mantenere la stessa funzione di oggi ci sarebbe un cortocircuito: infatti solo Inter e Milan possono garantire quella funzione ma i club non vogliono rimanere in un impianto solo ristrutturato. Inoltre, il costo della ristrutturazione sarebbe particolarmente elevato se confrontato con il costo della costruzione di un nuovo impianto, mentre i costi di manutenzione del Meazza sarebbero comunque di 5-6 milioni l’anno, gravosi per le casse del Comune e infine il cantiere durerebbe fino a 6 anni, un tempo lungo sia per le squadre. La ragione della bocciatura dei garanti, come riportato al Corriere della Sera, è nell’articolo 29, comma D del Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione popolare: «…quando la verifica di fattibilità tecnica e/o contabile abbia avuto esito negativo».
Il «Comitato Referendum X San Siro» tuttavia tira dritto e annuncia un ricorso «Tecnicamente l’inammissibilità del referendum deve essere motivata. Ci riserveremo la possibilità di ricorrere al Tribunale Civile», ha spiegato l’avvocata Veronica Dini.
Intanto ieri a Roma presso la «Commissione nazionale per il dibattito pubblico» del Ministero dei Trasporti, è andata in scena una riunione cui hanno partecipato l’assessore alla Rigenerazione Urbana Giancarlo Tancredi, il coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon, il manager dell’Inter Mark Van Huuksloot e quello del Milan Giuseppe Bonomi.
«È stato un incontro utile per coordinare tempi e modalità, verso il dibattito pubblico di settembre», ha commentato Tancredi. Dalla riunione è uscita la roadmap dei prossimi mesi: una volta che le squadre invieranno il dossier definitivo, il Comune farà le verifiche prima di inviarlo alla Commissione. «Ieri a Roma è andata bene», ha confermato Bonomi, che ha chiarito che è stata l’occasione per «definire il programma. Abbiamo confermato il cronoprogramma che dà avvio al dibattito nella seconda settimana di settembre. Poi 50 giorni per chiudere la pratica».