Mancava solamente la scomparsa del dna custodito dagli investigatori per completare il mistero sul decesso del broker Massimo Bochicchio. L’uomo era balzato agli onori della cronaca per essere stato accusato di truffa ai danni di alcuni volti noti, anche del mondo del calcio (tra i quali Antonio Conte e Stephan El Shaarawy) prima di morire a causa di un incidente stradale a Roma.
Un decesso – ricorda La Repubblica – avvenuto giusto 24 ore prima che il processo al trader entrasse nel vivo, che unito al ritrovamento del cadavere carbonizzato e quindi irriconoscibile, ha dato il via a una serie di rumors. Tra questi anche la notizia secondo cui il dna di Bochicchio non si troverebbe, si è perso.
Sarebbe dovuto essere custodito nella Banca dati nazionale del dna da quando l’Interpol ha arrestato il broker, l’8 luglio 2021, all’aeroporto di Giacarta con l’accusa di riciclaggio internazionale. Quindi i medici dell’Università della Sapienza avrebbero dovuto comparare il campione prelevato sul corpo carbonizzato con quello già in archivio.
Dopo un mese si è tuttavia scoperto che nella banca dati non c’è un campione adeguato per compararlo con il materiale genetico prelevato dal cadavere. Così martedì scorso i medici hanno acquisito il dna dal fratello del broker scomparso, Tommaso Bochicchio.