È stato bocciato il ricorso di Rcs (la società di proprietà del presidente del Torino Urbano Cairo) contro l’esito del lodo arbitrale sul caso della vendita di via Solferino, sede del quotidiano Corriere della Sera, al fondo Blackstone nel 2013. Dopo l’ultima udienza, che si è tenuta a inizi maggio, la Corte d’Appello di Milano – si legge nel dispositivo della sentenza – ha rigettato “integralmente l’impugnazione proposta da Rcs“contro l’esito del lodo, condannando il gruppo editoriale anche al pagamento delle spese processuali liquidate, in favore di Kryalos Sgr, per complessivi 258.842 euro (oltre le spese generali). Ora l’attenzione torna sulla Corte Suprema di New York, dove si attente l’eventuale prosieguo, o meno, della causa intentata dal fondo americano contro Rcs e Urbano Cairo.
Nel maggio dello scorso anno il Tribunale Arbitrale della Camera di Commercio di Milano aveva respinto le istanze di Rcs e stabilito che l’acquisto da parte di Blackstone nel 2013 del palazzo di via Solferino a Milano, sede storica del Corriere della Sera, per 120 milioni di euro e il riaffitto a 10,4 milioni l’anno, erano regolari e che nessun risarcimento era dovuto. Contro i lodi arbitrali pronunciati sulla vicenda, Rcs ha presentato, poi, impugnazione alla Corte d’Appello di Milano, che è stata discussa dai legali delle due parti in un’udienza il 4 maggio scorso ed oggi è arrivata la decisione del collegio (giudice relatore Raineri, a latere Apostoliti e Milone).
Nel ricorso di oltre 100 pagine si faceva presente, in sostanza, che le condizioni di difficoltà economica in cui versava all’epoca il gruppo editoriale, note al fondo statunitense, avevano inciso sulle scelte negoziali. Lo scorso dicembre, su fronte penale, il gip di Milano Alessandra Di Fazio ha disposto, accogliendo la richiesta della Procura, l’archiviazione dell’inchiesta per usura, che era stata aperta nell’estate del 2019 e a carico di ignoti, sempre sulla cessione del compendio immobiliare di via Solferino 28.
Il procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Andrea Fraioli avevano chiesto l’archiviazione perché, anche “ammettendo che Rcs fosse in difficoltà economica o finanziaria” e che i “principali parametri della vendita/locazione” fossero “superiori a quelli di mercato”, le “considerazioni basate sulle concrete modalità del fatto inducono a ritenere per lo meno dubbio che dall’operazione siano derivati vantaggi sproporzionati e, quindi, che in concreto vi sia usura”.