Gli immobili della famiglia Benetton fanno gola agli investitori. Il gruppo è guidato da inizio 2022 da Alessandro Benetton – salito al vertice dell’impero e presidente di Fondazione Cortina 2021 – e una delle prime decisioni strategiche del figlio del fondatore Luciano sarebbe quella di vendere il Fondaco dei Tedeschi e l’Hotel Monaco di Venezia, con il complesso del Ridotto e gli esercizi commerciali collegati, secondo quanto riporta BeBeez.
La possibile vendita sarebbe legata alla volontà di cedere l’intero patrimonio immobiliare del gruppo, eccezione fatta per i negozi United Colors, anche se la strada della cessione non è certa. Tra le ipotesi infatti c’è anche quella di suddividere il portafoglio immobiliare tra i quattro rami della famiglia Benetton e lasciare poi che ciascuno si regoli come crede.
Per il patrimonio immobiliare, che fa capo a Edizione Property, che a sua volta è controllata da Edizione Holding, interamente controllata dai Benetton, sarebbero già arrivate offerte nell’ordine di 1,5 miliardi di euro, sulla base della ricerca di manifestazioni di interesse gestita da Citi come advisor per conto del gruppo trevigiano.
Sarebbero tre gli investitori ad aver mostrato il proprio interesse. Il primo sarebbe Hines, seguito da Apollo Global Management, ed infine Coima. Hines e Apollo avrebbero offerto cifre comprese tra 1 e 1,5 miliardi di euro. Coima invece avrebbe proposto una fusione con Edizione Property.
Secondo le stime rese note dalla stessa società il patrimonio immobiliare del gruppo Benetton copre 233 mila mq lordi, ha fruttato nel 2020 ricavi per 39 milioni, conta immobili sparsi in 13 Paesi e ha un valore superiore a due miliardi di euro (compresi però i negozi che non dovrebbero essere messi in vendita).
Lo scorso 14 aprile Edizione, la holding della famiglia Benetton, e Blackstone hanno annunciato l’Opa totalitaria su Atlantia ad un prezzo di 23 euro per azione. A questo si aggiunge un dividendo di 0,74 euro che porta a 23,74 euro il valore dell’azione a chi aderisce. L’Opa ha respinto la possibilità di acquisto da parte del gruppo spagnolo Acs, il cui presidente è il numero uno del Real Madrid Florentino Perez, che aveva tentato l’assalto alla holding infrastrutturale italiana supportato dall’appoggio dei fondi Gip e Brookfield.