Super Bowl e non solo: Kroenke tra i colossi dello sport mondiali

Stan Kroenke, proprietario della franchigia di NFL Los Angeles Rams, vincitrice della cinquantesiesima edizione del Super Bowl, possiede un patrimonio che si attesta intorno ai 10.7 miliardi di dollari, secondo…

Super Bowl LVI - Los Angeles Rams v Cincinnati Bengals
INGLEWOOD, CALIFORNIA - FEBRUARY 13: Owner of the Los Angeles Rams Stan Kroenke holds up the Vince Lombardi Trophy after Super Bowl LVI at SoFi Stadium on February 13, 2022 in Inglewood, California. The Los Angeles Rams defeated the Cincinnati Bengals 23-20. (Photo by Kevin C. Cox/Getty Images)

Stan Kroenke, proprietario della franchigia di NFL Los Angeles Rams, vincitrice della cinquantesiesima edizione del Super Bowl, possiede un patrimonio che si attesta intorno ai 10.7 miliardi di dollari, secondo i calcoli di Forbes e possiede proprietà sportive dal valore di 10.5 miliardi, rendendolo il secondo impero sportivo più grande del mondo. Kroenke si è posizionato al numero 70 nella classifica 2021 di Forbes dei 400 americani più ricchi.

La sua avventura nel mondo dello sport inizia a Denver, nel 2000, quando acquista i Nuggets, che militano in NBA, e i Colorado Avalanche, formazione della National Hockey League. Nel 2004, come raccontato da La Repubblica, espande il suo impero acquistando i Colorado Mammoth, squadra di lacross, e i Colorado Rapids, squadra di calcio che gioca nella MLS. Sempre nel 2004 lancia Altitude, una nuova rete sportiva regionale che trasmette solo le partite delle sue squadre e crea TicketHorse, un’agenzia con l’esclusiva di vendita dei biglietti di tutte le sue squadre.

Nel tempo acquista squadre come l’Arsenal e i Los Angeles Rams. Infine, Kroenke ha deciso di comprare i Los Angeles Gladiators, lega nazionale dei video giochi, arrivando così fino alla nuova frontiera dello sport digitale. Nel 2017 ha costruito lo stadio più moderno d’America, il SoFi Stadium di Inglewood, casa dei Rams dal valore di cinque miliardi di dollari. Mossa che gli costò, inoltre, 790 milioni di dollari, come risarcimento complessivo a St.Louis per aver spostato i Rams dal Missouri a Los Angeles.

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Kroenke è stato l’ideatore e il propositore attraverso l’Arsenal del progetto per la creazione della Super Lega di calcio europea: voleva importare il modello della lega privatistica americana, dove solo le squadre iscritte giocano fra loro senza possibilità di retrocessione e promozioni.

In America, c’è un gruppo ancora più grande di quello di Kroenke, il Liberty Media, che oltre alla Formula Uno, controlla gli Atlanta Braves, franchigia di baseball. Valore: circa 14 miliardi di dollari.
«Ci sono super players che vogliono fare sport globale – dice Jay Sugarman, il proprietario della squadra di calcio Filadelfia Union – ed è anche vero che in Europa qualcuno con modelli diversi ci prova, penso a Manchester City o Red Bull, ma per ora si tratta di casi isolati». Sugarman è un tradizionalista: ha fatto fortuna nel settore immobiliare e dedica la sua passione personale allo sport e al calcio senza l’ambizione di creare un impero sportivo. Quando cita il Manchester City ha ragione: la proprietà ha conferito la squadra a una nuova entità legale, City Football Group Limited, che ha investito in società di calcio anche in America, Australia, India, Giappone, Spagna, Uruguay, Cina, Belgio e Francia con investitori per il 78% da Abu Dhabi, il 10% da un fondo americano e il 12% da China Media Capital e CITIC Capital. La scelta è sul calcio per controllare un parco calciatori di 500 atleti che possono essere mossi facilmente all’interno del gruppo.
In Italia siamo indietro su due fronti. Quello espansivo, perché nessuno pensa a creare un grande impero internazionale, e quello attrattivo: «Come mai non comprano squadre italiane?» chiede Sugarman. Una domanda dalla cui risposta dipende il nostro futuro nello sport commerciale e competitivo globale e glocal.

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