In un momento di difficoltà per il calcio italiano, stretto tra le difficoltà portate dall’emergenza Coronavirus e i problemi di governance (con le dimissioni del presidente Paolo Dal Pino, la ricerca di una nuova guida e il rischio commissariamento da parte della FIGC), «l’Agcom accende la miccia di una bomba che potrebbe far saltare il Palazzo: quella degli ascolti-tv».
Lo scrive Il Fatto Quotidiano nella sua edizione odierna, ricordando che al termine di una istruttoria durata mesi l’autorità ha stabilito (delibera 18/22 del 20 gennaio 2022) che i dati d’ascolto resi noti fino ad oggi, e forniti a DAZN da Nielsen, non sono quelli a cui bisogna fare riferimento. I dati cui rifarsi sono quelli di Auditel e, come si legge nella delibera, «la variazione percentuale complessiva dell’audience tra le due rilevazioni è pari a oltre il 50% per il girone di andata».
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Sempre Agcom scrive che nelle ultime quattro giornate del girone d’andata lo scostamento tra i dati forniti da DAZN/Nielsen (non utilizzabili) e quelli di Auditel (autentici) ha toccato il 60%. Numeri importanti legati a un tema fondamentale come quello dei diritti-tv, una delle principali foni di sostentamento del calcio italiano (venduti per 930 milioni a stagione: 840 da Dazn e Tim, 90 da Sky).
«Il drammatico crollo di audience verificatosi nel passaggio dall’era-Sky all’era-DAZN, e che è costato la poltrona all’Ad di Tim Gubitosi, determina chiare e angosciose conseguenze: dalle più immediate, come la rivolta degli investitori pubblicitari (Upa) ai quali fino ad oggi sono stati forniti dati drogati del 50% e che hanno speso 100 per una resa di 50, alle più lontane anche se inevitabili, visto il deprezzamento del prodotto, come l’asta dei diritti che avverrà nella primavera 2024: se è vero che la stessa Tim sta già rinegoziando al ribasso l’intesa con DAZN (chiede uno sconto di 90 milioni l’anno per i 3 anni dell’accordo) e minaccia di passare armi e bagagli con Sky, pensare di rivendere i diritti alle già esigue cifre attuali è a dir poco folle», conclude il Fatto Quotidiano.
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