Koulibaly e Anguissa rischiano di saltare Napoli-Inter? E’ il nuovo scenario prospettato da Mariarosaria Granata, direttrice epidemiologia e prevenzione ASL Napoli 2 Nord, in riferimento al rientro dei due calciatori azzurri dalla Coppa d’Africa.
«Poco più di un anno fa fermavo il Napoli per la partenza verso Torino. Ero assediata da domande, anche da altre ASL. Mi chiedevano cosa mi avesse portato a prendere quella decisione, nata in base alle circolari ministeriali. Alla fine ho avuto ragione, come sentenziato dal CONI», ha spiegato la dirigente intervenendo a Radio Punto Nuovo.
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«Koulibaly e Anguissa? Ad oggi è previsto un periodo di isolamento per chi rientra dall’estero. Sono in attesa delle nuove disposizioni effettuate. Bisognerebbe valutare il riconoscimento dello status vaccinale del Paese di provenienza, se le norme sono le stesse del nostro. Potrebbe decadere la disposizione dell’isolamento nei prossimi giorni. Al rientro in Italia possiamo riconoscere un’infezione contratta all’estero, Koulibaly avrebbe un Green Pass super rafforzato vista la sua positività recente al Covid. Attualmente sono suddivisi per elenchi i Paesi: in base a dove si proviene si attuano delle regole. E interessa a noi, dato che i due calciatori provengono dal Camerun», ha aggiunto.
«Da normativa dovrebbero restare in isolamento dieci giorni con un tampone in entrata e uno in uscita. Ma, come dicevo, stiamo aspettando il nuovo Decreto che facilita i rientri dall’estero. Ci sono regole più flessibili e viene considerato lo stato vaccinale, quello di guarigione. Di ufficiale, però, non c’è ancora nulla. Mi rapporterò con i medici del Napoli. Altri calciatori sono rientrati in Italia senza fare quarantena? Io ho detto ciò che è previsto per tutti i cittadini, se poi c’è qualche protocollo sportivo, io non ne sono in possesso», ha concluso Granata.
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Va ricordato – per fare un paragone – che il centrocampista Ismael Bennacer è rientrato dalla Coppa d’Africa scendendo in campo con il Milan pochi giorni dopo nella sfida con la Juventus. La motivazione risiedeva nel fatto che protocollo anti-Covid per i calciatori che rientrano in Italia dai Paesi di Fascia E, infatti, non è uguale a quello dei comuni cittadini, che devono osservare i già citati 10 giorni di quarantena.