Vezzali: «Il calcio chiede aiuti? Prima servono le riforme»

Aiuti dallo Stato? Prima il calcio deve mettere in campo le riforme per rivedere il proprio sistema. È questo il messaggio che il sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali ha voluto mandare…

Ministero dello Sport Vezzali

Aiuti dallo Stato? Prima il calcio deve mettere in campo le riforme per rivedere il proprio sistema. È questo il messaggio che il sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali ha voluto mandare al mondo del pallone, in un’intervista al Sole 24 Ore.

«Una premessa: il calcio italiano è un pilastro dello sport italiano, e non è solo quello super professionistico della serie A, dentro cui pure viaggiano realtà diverse. Ma l’attenzione del Governo deve essere rivolta a tutto lo sport e alle difficoltà che sta affrontando. Riguardo al calcio siamo intervenuti, pur nelle oggettive e gravi difficoltà del momento con il credito d’imposta del 50% sulle sponsorizzazioni e con i ristori sui tamponi e altre spese sanitarie», le parole della Vezzali.

«Non dimentico poi le misure di cui hanno usufruito i club nel “Decreto Crescita” e in quello degli “impatriati”, oltre alle agevolazioni sulle imposte. Prima con la legge 178/20 che prevedeva rate in 24 mesi, poi con la Legge di Bilancio per i primi 4 mesi del 2022 e una rateizzazione in 7 mesi. Aggiungo che è allo studio la possibilità di ampliare l’arco temporale fino a 20 mesi. Lo sport, e il calcio, non devono però dimenticare come la crisi sia antecedente al Covid. Non si possono solo invocare aiuti di Stato. Il Governo e la politica possono spingere sull’acceleratore, ma per un reale cambio di passo, c’è bisogno che anche il calcio cominci a correre».

«Il tavolo con i vertici dello sport? Si dedicherà alle difficoltà economiche che sta attraversando lo sport professionistico, di vertice e l’intero comparto, per esaminare la situazione e per la valutazione di proposte serie ed efficaci, tenendo conto che realtà diverse impongono risposte tra loro diverse. Priorità? In questa prima fase dovremo identificare soluzioni che possano, in tempi brevi, dare frutti. Penso a ristori e rimborsi, ma soprattutto ad azioni che portino a reperire risorse o a sfruttare meglio quelle disponibili».

«Serve un provvedimento per accelerare la realizzazione di stadi moderni?  Certo. In un secondo momento dovremo dedicarci a interventi più di ampio respiro come il tema degli impianti sportivi e non solo nella logica dei grandi eventi che pure dobbiamo incentivare. Ospitare grandi eventi sportivi in Italia è una delle prerogative delle linee guida di questa mia esperienza. Dovremmo costruire da subito un dialogo coi privati e ammodernare la legge sull’edilizia sportiva con i ministeri competenti».

«Divieto sponsorizzazioni da agenzie di scommesse? Non voglio andare contro la sensibilità di chi nei governi precedenti ha istituito questo divieto, però constato che non ha sortito gli effetti sperati. Penso che, date le circostanze, possa essere ragionevole ipotizzare una diversa e costruttiva regolamentazione che, mantenendo ferma la lotta alla ludopatia, consenta di sfruttare quei budget che comunque sono destinati ai club. Penso che si debba intervenire sul diritto di immagine usato dai concessionari, tant’ è che al tavolo ci sarà l’agenzia dei Monopoli».

«Quali riforme si aspetta che il mondo del calcio porti al tavolo? Vorrei essere di impulso all’attuazione di temi sui quali riscontro resistenze ma che sono ben presenti a tutti e che, peraltro, sono anche presenti nel programma del Presidente Gravina: riforme dei campionati, sostenibilità, licenze, controlli e trasparenza dei bilanci e nelle partecipazioni societarie, flessibilità contrattuale con tetti salariali e budget, un freno alle commissioni dei procuratori, contenimento dei costi. Vogliamo, tutti insieme, realizzare il gol della vittoria, ma per farlo c’è bisogno di azioni concrete», ha concluso.