Bloomberg: anche al Quirinale Draghi può spingere la Borsa

Manca sempre meno al via dell’iter per l’elezione del presidente della Repubblica, che avrà luogo lunedì 24 gennaio. Stando a quanto riportato da MF-Milano Finanza, l’ipotesi di Mario Draghi al…

Draghi effetto Borsa

Manca sempre meno al via dell’iter per l’elezione del presidente della Repubblica, che avrà luogo lunedì 24 gennaio. Stando a quanto riportato da MF-Milano Finanza, l’ipotesi di Mario Draghi al Colle sta iniziando a prendere forma, appesa alla decisione di Silvio Berlusconi di sciogliere o meno la riserva sulla propria candidatura, che appare comunque complicata.

Secondo gli analisti di Bloomberg, gli effetti di un’elezione di Draghi sarebbero evidenti anche sulla Borsa. Se l’attuale presidente del Consiglio restasse a lungo alla guida dell’Italia, anche come presidente della Repubblica, con governi con i quali potrebbe dialogare, il Ftse Mib ne beneficerebbe. Negli ultimi 12 mesi, l’indice principale di Piazza Affari è salito di circa il 22% rispetto al 18% dello Euro Stoxx 600. E dal momento che l’indice italiano viaggia con uno sconto di circa il 27% rispetto a quello europeo, la possibilità che Piazza Affari entri anche nel 2022 negli obiettivi degli investitori esteri, con Draghi presidente, è concreta.

«Se Draghi diventasse presidente con un mandato di sette anni, l’Italia beneficerebbe di un effetto stabilizzante in un sistema spesso frammentato», scrivono gli analisti, a patto che venga evitato «il rischio di elezioni anticipate, un vero ostacolo alla fatica di ridurre il debito e porre fine ad anni di stagnazione economica, con probabili ripercussioni sui mercati».

«Il fatto che Draghi rimanga premier o diventi presidente significa che continuerà a giocare un ruolo importante per l’Italia, con tutti i vantaggi che questo comporta», il commento a MF-Milano Finanza da parte di Lorenzo Batacchi, portfolio manager di Bper Banca e membro di Assiom Forex. Per gli economisti di Unicredit, lo spread potrebbe scendere a 120 se i partiti si accordassero sull’elezione di Draghi come presidente o per sostenerlo come premier, mentre potrebbe salire a 170 in caso di disaccordo.