Negli ultimi giorni il numero di calciatori che sono risultati positivi al Covid è cresciuto vertiginosamente. Ma questo non deve far pensare che chi milita nel nostro campionato sottovaluti la situazione e non si sia sottoposto alla vaccinazione, ritenuta indispensabile per prevenire forme di malattia grave.
Questo è l’aspetto su cui ha insistito Umberto Calcagno, presidente dell’Assocalciatori, che ci tiene a difendere la categoria che lui rappresenta: “La pandemia in atto è un problema troppo serio per essere affrontato con analisi semplicistiche – ha detto ai microfoni di Radio Kiss Kiss -. Quando si parla della nostra categoria, purtroppo, abbondano i luoghi comuni e i pregiudizi, e dispiace leggere dichiarazioni in tal senso anche da parte di autorevoli dirigenti sportivi ed editorialisti. Non ci sono evidenze che i contagi tra i calciatori siano superiori alla norma e che siano conseguenza di qualche giorno di vacanza. Oltretutto in un periodo di riposo che si inserisce dentro calendari super affollati e tre stagioni sportive disputate praticamente senza sosta..”.
Vaccinazioni Covid calciatori – Calcagno difende la categoria
C’è stato chi infatti ha ritenuto che la situazione attuale sia frutto di un comportamento sbagliato tenuto da molti calciatori in occasione della sosta per le festività natalizie, periodo in cui molti hanno fatto vacanze all’estero: “Mi spiace che in pochi sottolineino il grande senso di responsabilità di ragazzi e ragazze che, senza obblighi di legge, si sono vaccinati al 98% e sono stati il motore della tempestiva ripresa dell’attività agonistica, rispettando scrupolosamente l’applicazione di tutte le regole e protocolli per il contenimento della pandemia”.
Il presidente dell’Aic sottolinea quindi di essere “profondamente dispiaciuto per queste polemiche, perché stiamo parlando di ragazzi e ragazze che hanno fatto grandi sacrifici:
ricordiamoci i protocolli che hanno affrontato, dimostrando per primi di aver capito l’importanza del rispetto delle regole e l’importanza dei vaccini”. “Se tutta la popolazione avesse la stessa copertura della nostra categoria, oggi saremmo in grado di affrontare più serenamente la situazione generale”