Serie A e Covid: con Omicron a rischio la norma “salva campionato”

L’aumento dei casi di positività al Coronavirus e la contestuale presenza della variante Omicron tornano a fare alzare il livello di guardia anche nel mondo del calcio. Una situazione che…

Quanto vale piazzamento Serie A

L’aumento dei casi di positività al Coronavirus e la contestuale presenza della variante Omicron tornano a fare alzare il livello di guardia anche nel mondo del calcio. Una situazione che torna a mettere a rischio il regolare svolgimento del campionato, come dimostrato – per esempio – dalla mancata disputa della sfida tra Udinese e Salernitana, con i campani bloccati dall’Asl a causa di un numero rilevante di positivi.

Serie A rischio stop – La situazione vaccinati

In una lunga analisi La Gazzetta dello Sport ha messo in luce come siano cambiati i protocolli rispetto alla scorsa stagione – e di conseguenza le criticità – e in che modo la variante Omicron stia mettendo in pericolo la norma “salva campionato” studiata per il 2020/21. A cominciare, appunto, dalla frequenza dei tamponi per i calciatori (vaccinati e guariti dal Covid) che non è più bisettimanale.

[cfDaznAlmanaccoCalcioPlayer]

La percentuale di calciatori vaccinata fortunatamente è piuttosto alta. Nella giornata di ieri il presidente della FIGC Gabriele Gravina ha detto che «da noi i no vax sono pochi». Non c’è un dato pubblico ufficiale, ma i numeri ufficiosi dicono di un 92% di calciatori professionisti che hanno effettuato la doppia vaccinazione. Chi ancora non lo ha fatto si deve sottoporre ai test di rito: un tampone negativo antigenico (nelle precedenti 48 ore) o molecolare (entro 72).

Serie A rischio stop – La norma “salva campionato”

E in caso di positività di un membro del gruppo squadra? Qui – spiega La Gazzetta – entra in gioco la famosa norma “salva campionato” che consentì alla Serie A di ripartire dopo il lockdown nel giugno 2020. Tuttavia, già quel protocollo segnalava il fatto che le modalità di quella quarantena fossero stabilite dalle Asl. Quindi, due strade:

  • isolamento dei non positivi, o nelle proprie abitazioni o presso il centro sportivo di riferimento, che escono solo per giocare le partite e allenarsi (ciò che è successo finora in tutti i casi emersi in questa stagione);
  • divieto di spostamento.

Con Omicron sempre più in giro c’è il rischio che questo tipo di decisioni possano moltiplicarsi, e proprio qui si innesta il punto interrogativo più grande. Si era parlato in passato di un coordinamento nelle decisioni proprio per evitare che ogni autorità sanitaria locale andasse per conto proprio, ma si tratta di un percorso complicato dal momento in cui ogni Asl decide anche in base alla situazione epidemiologica di quel territorio.

Serie A rischio stop – Il “jolly” e le decisioni delle Asl

Questo l’aspetto sanitario. E per quanto riguarda il regolamento, con il “jolly” assegnato a ogni squadra per poter chiedere il rinvio per ragioni di Covid? Questo punto è stato eliminato al termine della scorsa stagione, con la speranza che la campagna vaccinale potesse consentire una ripresa sufficientemente protetta. Ora si torna al punto di prima, cioè allo 0-3 in caso di mancata presentazione di una squadra a meno di una causa di forza maggiore.

Resta da capire se gli interventi delle Asl lo siano, ma va detto che le decisioni del Collegio di garanzia presso il Coni sulle due partite rinviate proprio in base ai provvedimenti delle autorità sanitarie hanno fatto giurisprudenza. Il giudice sportivo potrebbe anche decidere per il 3-0 a tavolino per l’Udinese, ma il percorso della giustizia sportiva si dovrebbe allineare su quanto deciso per i precedenti (Juventus-Napoli e Lazio Torino).