Si accende lo scontro politico sull’idea di un referendum per il nuovo stadio di San Siro. Il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa, ha rilanciato l’idea della consultazione popolare: «Fermo restando il mio sì al nuovo stadio, mi piacerebbe, e lo trovo corretto, che a decidere il destino del Meazza possano essere tifosi e cittadini milanesi tramite un referendum».
«Che la giunta deliberi l’interesse pubblico sul progetto del nuovo stadio a San Siro entro la settimana non credo», ma «mi sembra che le dichiarazioni del sindaco della scorsa settimana dicano che la questione è ben instradata», le parole invece dell’assessore comunale alla Casa e allo Sviluppo dei quartieri, Pierfrancesco Maran.
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L’accordo sulle volumetrie, che sarebbe stato raggiunto tra la giunta e le squadre, per l’assessore «è una scelta di tornare a quelle che sono le norme approvate dal Consiglio comunale nel piano di governo del territorio e non chiedere modifiche. Io credo che questo sia ovviamente molto apprezzato da chi è a favore all’intervento ma molto apprezzato e gradito da chi aveva un’impostazione contraria».
Decifrando le parole dell’assessore – sottolinea l’edizione odierna di Libero – si capisce come all’interno della maggioranza di Palazzo Marino nulla sia ancora veramente deciso. Da qui la proposta di «rottura» dell’onorevole La Russa.
«In questi mesi ho più volte ribadito il mio convincimento che lo stadio San Siro possa e debba convivere con il nuovo stadio. Immaginare di abbatterlo è qualcosa di incredibile e costituirebbe un aggravio economico sia per le società calcistiche, sia per il Comune che potrebbe utilizzarlo per tanti altri eventi. Senza considerare, inoltre, l’enorme danno ambientale che deriverebbe dal suo abbattimento. In tutto il mondo, la città di Milano è famosa per il Duomo, la Borsa, la Scala e proprio per lo stadio San Siro», ha aggiunto l’esponente di FdI.
Dal centrosinistra la proposta del referendum è stata accolta con più freddezza, confidando nelle decisioni del sindaco. Ma è nel centrodestra che l’idea del referendum ha provocato il caos. Per Matteo Forte, capogruppo di Milano popolare, la proposta di La Russa è «altro segno che la politica non è più capace di decidere: tecnici, comitati scientifici, magistrati e referendum».
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Per Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale. «Si sono persi già due anni. Indire un referendum significa perdere un altro anno» e la proposta di La Russa «è fuori tempo massimo».
Infine, Alessandro Verri, capogruppo della Lega a Palazzo Marino si dice «sempre molto favorevole quando si tratta del coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte pubbliche». Insomma, pareri contrastanti che accendono lo scontro: resta da capire chi la spunterà.