«Il FPF esiste, il Milan a ottobre dovrà risponderne»

L’amministratore delegato del Milan, Ivan Gazidis, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale Sette, durante la quale ha toccato diversi argomenti. Dalle sue condizioni di salute alla Superlega, dal Fair…

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L’amministratore delegato del Milan, Ivan Gazidis, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale Sette, durante la quale ha toccato diversi argomenti. Dalle sue condizioni di salute alla Superlega, dal Fair Play Finanziario all’addio di Donnarumma.

Partendo proprio dalla sua malattia, Gazidis ha racocontato: «Mi sento bene: sono molto impegnato, riesco a coniugare il lavoro e le terapie. Sembra che stiano avendo effetti positivi, mi rendono fiducioso per un pieno recupero, spero di tornare il prima possibile».

Il dirigente ha poi spostato l’attenzione sul progetto Milan, spiegando dove nasce la sua idea di giocatori giovani: «La mia esperienza inizia negli USA, là il successo della MLS dipende proprio dal formare giovani calciatori americani. In Premier abbiamo rinnovato completamente il percorso di sviluppo dei calciatori inglesi, ai club venivano dati incentivi per sviluppare le Academy ma dovevi soddisfare standard molto».

«Nessuno può pensare oggi di vincere solo con campioni già affermati. Credo che il calcio italiano sia un po’ conservatore, come quello inglese 10 anni fa, deve guardare non solo avanti ma anche fuori, ci sono idee interessanti in giro. Però qualcosa sta cambiando, la Nazionale lo dimostra», ha aggiunto.

Capitolo Donnarumma: «Non voglio parlare del caso specifico, ma posso dire quello che sta succedendo. Il calcio non ha più i proprietari benefattori. È un modello che è cambiato 30 anni fa, con l’arrivo del denaro dei diritti tv: tanti soldi, nessun controllo dei costi. Questo ha continuato a crescere fino a quando non erano più 10-20-30 milioni all’anno, ma 100: molti proprietari hanno dovuto tirarsi indietro, nel calcio sono entrati Stati interi. In questo contesto chi cerca di proteggere il club è visto come il diavolo, ma non è così».

In termini economici, il Covid ha avuto un effetto devastante: «Non l’abbiamo ancora visto del tutto. So che la gente sta tornando allo stadio e si può pensare che sia tutto passato, ma non è così. Noi al Milan non vogliamo dire no alle ambizioni, ma dare al club la forza per costruire un futuro indipendente di successo. La gente parla di 10 milioni come se non fosse denaro vero, ma alla fine bisogna pagare le fatture: io voglio che il Milan sia forte abbastanza per farlo».

E a proposito di forza economica, impossibile non parlare del nuovo stadio: «Noi siamo pronti. Prima lo facciamo, prima Milano avrà non solo uno stadio a livello mondiale, ma due squadre a livello mondiale. Sarà importante anche per la città: la gente verrà a Milano e sarà uno dei posti che vorrà visitare, come il Duomo».

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Sulla Superlega come risposta alla crisi: «Non era la risposta giusta, ma quando si è in difficoltà si può anche perdere lucidità. I problemi sono rimasti e vanno affrontati assieme, club, UEFA, FIFA, perché la crisi non è passata e non è tempo per nessuno di dichiarare vittoria. La questione della governance è fondamentale: bisogna ricordare che tutto si basa sui club».

Poi, a domanda se il Fair Play Finanziario esista ancora, Gazidis ha risposto: «Il Milan a ottobre dovrà rispondere a una serie di domande sulla sua salute finanziaria. Quindi sì, il FFP esiste ancora. Noi che volevamo un progetto di calcio sostenibile siamo stati puniti con un anno di sospensione dalle Coppe. Io lo accetto ma le regole devono essere uguali per tutti. Lo sono? Bisogna chiederlo all’UEFA, c’è in gioco la sua credibilità».