Non si placano in Spagna le discussioni che ruotano attorno al tesseramento della stella argentina Lionel Messi da parte del Paris Saint-Germain.
Juan Branco, l’avvocato che rappresenta diversi soci del club catalano e che ha intentato una causa contro il Psg per concorrenza sleale nell’ingaggio della “Pulce”, sia alla Commissione europea che all’Alta Corte francese, ha inviato una lettera aperta al Mundo Deportivo indirizzata al presidente del club, Joan Laporta.
Una lettera che ha trovato il pieno appoggio da parte del presidente della Liga spagnola Javier Tebas, che in un tweet ha commentato: «Dalla Liga da anni denunciamo questi comportamenti dei club-Stato, siamo molto attenti a quanto sta accadendo quest’estate. Juan Branco, studiamo queste azioni e anche la possibilità di mancato rispetto del Financial Fair Play UEFA».
[cfDaznAlmanaccoCalcioPlayer]
Ma cosa chiede l’avvocato Branco nella lettera fatta pervenire a Mundo Deportivo? L’uomo chiede innanzitutto di verificare il rispetto delle norme del Fair Play Finanziario, denunciando la costruzione di «un ponte d’oro per [l’ingaggio del] giocatore, con i complimenti da parte dello stesso presidente della Lega calcio francese».
«Come si è arrivati a una situazione del genere, in cui regole presumibilmente adottate per promuovere una concorrenza leale tra club europei, servono a forzare il trasferimento del giocatore da un club a un altro il cui rispetto di quelle regole è ancora più basso?», si chiede Branco nella lettera.
Secondo Branco la spiegazione risiede nel fatto che i club francesi sono stati esentati dal rispetto delle norme interne sul rispetto del tetto salariale (fissato al 70% dei ricavi). Dunque, «mentre il club francese prevede perdite che potrebbero raggiungere i 500 milioni di euro la prossima stagione, continua a ingaggiare i migliori giocatori del continente, svincolati dai club esangui, incapaci di modificare l’inflazione salariale causata dal Psg stesso».
«Il motivo di tale aberrazione, incompatibile con la normativa europea, che impone norme identiche in ogni territorio del mercato interno dell’Unione europea – aggiunge Branco – è soprattutto politica. Il Qatar, proprietario del Psg, ha bisogno di costruire un club-bandiera che legittimi l’organizzazione dei Mondiali 2022 nel suo territorio».
«L’organizzazione di un evento di tali dimensioni su scala mondiale è intesa dall’emirato come un modo per proteggersi dalle fantasie espansionistiche dei suoi vicini, in particolare l’Arabia Saudita, per continuare a promuovere impunemente l’islamismo politico, per migliorare il suo accesso alle élite politiche occidentali e migliorare la loro immagine nell’opinione pubblica – a scapito dei quasi 7.000 lavoratori che hanno già perso la vita costruendo gli stadi che rimarranno vuoti non appena l’evento sarà terminato», prosegue Branco nella sua denuncia.
L’avvocato parla di stravolgimento della concorrenza, ricordando che anche altri club hanno subito l’operato del Psg, come nei casi di Sergio Ramos (Real Madrid) e Donnarumma (Milan). «Siamo di fronte a una situazione che minaccia non solo la sopravvivenza del Barcellona come istituzione, ma più in generale degli altri storici club europei, in particolare quelli spagnoli e italiani», ha aggiunto l’avvocato.
[cfDaznWidgetSerieA]
Per questo, aggiunge l’avvocato nella sua lettera al club, «chiediamo al direttivo di unirsi alla nostra offensiva e di entrare in guerra aperta a livello istituzionale contro le inaccettabili distorsioni della concorrenza che subisce [il Barcellona], con il sostegno dei club che hanno mostrato il loro disprezzo per la recente offensiva del club parigino».
«Siamo convinti di avere una piattaforma legale molto solida, e di poter sfruttare il movimento mediatico intorno alla firma di Messi per mettere questo tema al centro del dibattito mondiale. Bloccare l’ingaggio più scandaloso e mediatico dell’era del business calcistico appare come l’ultimo modo per costringere i nostri concorrenti a sedersi al tavolo delle trattative, e rompere una spirale le cui prime vittime sono i tifosi».
«L’iper-capitalizzazione del calcio, che provoca l’inflazione dei prezzi degli abbonamenti, dei diritti televisivi, dei prezzi delle magliette, la privatizzazione dei club che appartenevano ai suoi tesserati, e minaccia di distruggere definitivamente il carattere popolare di questo sport, si può fermare», ha concluso branco nella sua lettera.