Il Venezia FC come il Paris Saint-Germain: può suonare strano, ma effettivamente è più vero di quanto possa sembrare. Ad accomunare le due società è la strategia commerciale, incentrata sullo sfruttamento del fatto di avere sede in due delle città-simbolo più iconiche del pianeta. Vantaggio di cui godono entrambe, costruendo il proprio marchio attorno al nome Venezia o Parigi.
Il Venezia punta talmente tanto sul brand della città da mettere di fatto in secondo piano la sua storia Negli ultimi anni ci sono stati spesso scontri con i tifosi, affezionati al nome di Mestre, sempre più marginalizzato sia nel nome che nei colori. La società attuale era infatti nata nel 1987 dalla fusione del Venezia con il Mestre, grazie a un compromesso per il quale il colore di quest’ultima, l’arancione, dovesse essere sempre presente sulle divise della squadra. Compromesso pienamente rispettato, per esempio, la scorsa stagione, ma molto meno quest’anno.
Senza nulla togliere alle altre città e società, poter contare su un simbolo di questo tipo è un vantaggio incredibile, contro cui è impossibile competere. La città non ha bisogno di pubblicità, non ha bisogno di presentazioni. Il nome suona subito familiare: legando il brand della squadra alla Serenissima, il Venezia si risparmia un passaggio necessario, spesso costoso, per altre società, estremamente utile per quanto riguarda l’espansione all’estero
Un potenziale che il club ha cominciato a sfruttare davvero con Nike, che da quando è diventata sponsor tecnico ha quasi sempre presentato le divise con il nome VENEZIA scritto a caratteri cubitali sul petto. In pratica la Serenissima stessa, una delle città più famose al mondo, funge da main sponsor della società, senza nemmeno bisogno di geniali trovate di design per il marchio.
La strategia del Venezia FC, che prosegue anche ora sotto la partnership con Kappa, risulta analoga a quella del Paris Saint-Germain. Il club parigino ha incentrato la propria strategia commerciale attorno al brand Parigi, puntando a creare un marchio con una vita a sé stante e indipendente dal calcio, seguendo l’evoluzione del rapporto tra il brand Air Jordan e il basket. L’attuale società vuole fare del PSG un vero e proprio “stile di vita”, e può contare sul supporto totale e incondizionato della fama della Ville Lumière.
La forza del brand delle città-simbolo, altri esempi nello sport
Ma il Venezia e il PSG, ovviamente, non sono le uniche realtà sportive che sfruttano la potenza del marchio della propria città-simbolo. Rimanendo nel contesto calcistico, basti pensare al rebranding della Roma, che nel 2013 ha cambiato stemma inserendo il nome della Capitale al posto della sigla ASR sotto la lupa. Oppure il tentativo dell’attuale dirigenza nerazzurra di dare nuova linfa al brand Inter, legandolo ancora più strettamente alla città di Milano, che pur presenta una fama internazionale non paragonabile a quella di Roma, Venezia o Parigi.
Un altro esempio eclatante proviene dal mondo del basket. I New York Knicks sono una delle franchigie più seguite e tifate, anche a livello internazionale, oltre che essere quella di maggior valore secondo Forbes. Il motivo non sono sicuramente i risultati recenti della società, tra i più deludenti della sua storia, ma il legame indissolubile dei Knicks con la Grande Mela, forse davvero la città più famosa al mondo. Stesso discorso per gli Yankees, ancora più dei Mets, nel baseball, e in misura minore per i vari Giants nel football e NY City e NY Red Bull nel calcio.
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Negli anni passati, si era pensato di creare qualcosa di simile anche nel basket europeo, con la costituzione di una squadra di Eurolega con sede a Londra. La pallacanestro è uno degli sport meno seguiti del Regno Unito, ma la nuova società, anche senza un briciolo di storia, avrebbe sicuramente goduto di una fama internazionale dai primissimi istanti della sua esistenza, con tutti i vantaggi in termini di marketing, pubblicità e valore di cui si è parlato.
Il tutto grazie a Londra, che a livello di brand è probabilmente seconda soltanto a New York, ma il cui potenziale non può essere sfruttato per ovvi motivi da nessuna delle decine di società calcistiche presenti sul suo territorio: Chelsea, Arsenal, Tottenham, per citarne alcune, devono puntare su altro.
In conclusione, per il Venezia e i suoi tifosi, al di là dei campanilismi tra Mestre e la Laguna, le prospettive sono interessanti. Da neopromossa non avrà un compito facile, e la permanenza in Serie A è tutta da conquistare. Ma questo è un discorso del campo, e nel calcio non si sa mai, le imprese e le sorprese sono sempre in agguato. Fuori dal campo potrà contare per sempre sul supporto diretto della fama e del marchio derivanti della Serenissima: è compito della società sfruttare questo vantaggio per portare il nome di Venezia e della sua città sempre più in alto, anche dal punto di vista sportivo.