Interspac, i 16 soci fondatori blindano la nomina del CdA

Emergono novità per quanto riguarda la gestione di Interspac, la holding creata nel luglio 2018 da un gruppo di manager-tifosi dell’Inter che punta, attraverso un azionariato popolare, ad acquisire una…

chi sono i soci di interspac

Emergono novità per quanto riguarda la gestione di Interspac, la holding creata nel luglio 2018 da un gruppo di manager-tifosi dell’Inter che punta, attraverso un azionariato popolare, ad acquisire una quota di minoranza nel club nerazzurro.

Secondo documenti che Calcio e Finanza ha potuto visionare, lo scorso 18 giugno è andata infatti in scena una assemblea straordinaria degli azionisti, chiamata a discutere su diversi temi: tra gli altri, la deliberazione di un aumento di capitale sociale per complessivi 200mila euro (da riservare a terzi, in sostanza i soci vip annunciati nei giorni scorsi) ma soprattutto l’introduzione di diritti particolari per quelli che sono i “soci fondatori”, blindando di fatto la nomina del Consiglio d’Amministrazione della società.

Nel dettaglio, i 16 soci fondatori di Interspac sono:

  • Carlo Cottarelli: direttore dell’Osservatorio sui Conti pubblici italiani e già Commissario per la revisione della spesa;
  • Riccardo Ardigò – managing director e country COO presso UBS Italia;
  • Gianluigi Altobrando – responsabile legale del gruppo Azimut;
  • Paola Emanuela Banfi – ex Fidia (Mediobanca) e Société Générale;
  • Pierfrancesco Barletta – ex COO e direttore stadio di FC Internazionale ai tempi di Moratti, ora nel CdA di Leonardo
  • Marco Bartolomei – presidente della società di gestione del risparmio 8a+
  • Alberto Bellora – ex Unicredit, consigliere di IMPact SIM;
  • Francesco Bonetti;
  • Danilo Oreste Broggi – consigliere di EOS Investment Ltd, ex Ad di Atac;
  • Paolo Ceretti – Ad di DeA Capital;
  • Alessandro De Nicola – consigliere di Amundi;
  • Gianfranco Dentella – consigliere di Azimut;
  • Dario Frigerio – ex CEO di Pioneer (gruppo Unicredit) e di Prelios, ex consigliere Rcs ora vicepresidente Fondazione Fiera Milano e consigliere Finmeccanica Leonardo Spa e di DeA Capital;
  • Davide Mereghetti – ex Unicredit, consigliere di DeA Capital, Ad di Cmc Ravenna;
  • Marco Rognoni – CEO di Grant Thornton Capital Market;
  • Roberto Zaccaria – docente universitario ed ex presidente della Rai.

Questi 16, si legge nella modifica statuaria, “godono dei diritti amministrativi di voto per l’elezione del consiglio di amministrazione proporzionali al valore delle quote da essi sottoscritte”.

“In ogni caso, anche a seguito di cambiamento della percentuale del capitale sociale rappresentata dalla quota di ciascuno dei suddetti soci, ciascun socio fondatore rappresenterà almeno il 4,2% (quattro virgola due per cento) dei voti espressi in assemblea per l’elezione del Consiglio di Amministrazione”. Dopo l’aumento di capitale, quindi, il peso dei 16 soci fondatori sarà comunque pari a 4,2% ciascuno in occasione dell’elezione dei componenti del Consiglio di Amministrazione.

“In caso di aumento di capitale non sottoscritto da uno o più dei “soci fondatori”, i soci fondatori sottoscriventi accresceranno proporzionalmente la percentuale dei voti rappresentati dalla propria quota per l’elezione degli amministratori a scapito dei soci fondatori che non hanno sottoscritto o sottoscritto in minor misura l’aumento di capitale, fermo restando che la percentuale totale dei soci fondatori non potrà rappresentare più del 67,2% (sessantasette virgola due per cento) dei diritti di voto”, si legge ancora nello statuto. Nel momento in cui, quindi, uno dei 16 soci fondatori dovesse non partecipare ad un aumento di capitale, vedendo quindi diluita la propria quota, il peso del 4,2% per il voto nella scelta del CdA verrebbe redistribuito tra gli altri 15 soci fondatori rimasti.

Inoltre, nel corso dell’assemblea, è stata approvata anche la clausola di mero gradimento sia per il caso di trasferimento delle partecipazioni, sia per il caso di aumento del capitale sociale. “Qualora un socio intenda cedere a terzi tutta o parte della propria partecipazione ovvero in caso di aumento di capitale sociale mediante offerta di quota di nuova emissione a terzi, è necessario ai fini della efficacia nei confronti della società che sia espresso il mero gradimento con decisione dell’organo amministrativo. Tale gradimento sarà non motivato e potrà essere manifestato anche mediante consultazione scritta”, si legge.