Nodo etnie nel calcio bosniaco: Uefa apre inchiesta

Possibile terremoto in arrivo per il calcio della ex Jugoslavia. Come riporta EastJournal, la UEFA è pronta ad aprire un’inchiesta sulla federazione calcistica della Bosnia (NFSBIH) sulla base di una…

Bosnia indagine UEFA

Possibile terremoto in arrivo per il calcio della ex Jugoslavia. Come riporta EastJournal, la UEFA è pronta ad aprire un’inchiesta sulla federazione calcistica della Bosnia (NFSBIH) sulla base di una serie di vicende poco chiari emerse nell’ultima stagione.

UEFA e FIFA, nel 2011, avevano imposto alla federcalcio bosniaca di riformare il proprio organigramma, al fine di avere un solo presidente per una gestione più pulita dell’organizzazione. Fino a quel momento, la federazione era guidata contemporaneamente da tre figure: una bosgnacca (bosniaca musulmana), una croata (cattolica) e una serba (ortodossa), seguendo il modello alla base del sistema di governo del Paese.

Tuttavia, nel periodo che ha seguito la riforma, molto positivo dal punto di vista sportivo con l’incredibile qualificazione della Bosnia ai Mondiali del 2014, il funzionamento della federazione era cambiato soltanto in apparenza. Sotto la figura del presidente unico si erano infatti strutturati tre blocchi di potere, legati a una logica di favori, per cui ad esempio i commissari tecnici nominati non potevano scegliere il proprio staff, che veniva invece selezionato in base ad una rigida divisione etnica dei ruoli.

La situazione è divenuta sempre più complicata con l’elezione di Vico Zeljkovic, di etnia serba e legato ai leader nazionalisti della Republika Srpska di Bosnia, l’entità controllata dai serbi nel Paese. Durante la sua presidenza, la sua ex squadra, il Borac di Banja Luka, vinse il campionato bosniaco (Premijer Liga) tra le accuse di arbitraggi sospetti e favoreggiamenti. Accuse che hanno addirittura portato ad un vero e proprio comunicato di secessione dalla federcalcio da parte di tre società (Sarajevo, Velez e Mladost Doboj-Kakanj), pronte a interrompere il campionato.

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Le accuse di irregolarità sono state poi confermate dal ritiro dell’Olimpik di Sarajevo, che lottava per non retrocedere, e dalla retrocessione a tavolino del Mladost Doboj-Kakanj per un cavillo burocratico. Cavillo che, senza sorprese, ha salvato il Radnik Bijeljina, altra compagine della Republika Srpska, scatenando nuovamente le accuse contro una federcalcio accusata di favoreggiare eccessivamente le squadre della regione serba.

Questa serie di incidenti, verificatisi nel corso di quest’ultima stagione, hanno quindi attirato l’attenzione della UEFA, sconcertata anche dalle parole del leader nazionalista serbo, Milorad Dodik, che aveva annunciato la vittoria del Borac di Banja Luka ancora prima della fine giochi.