Il broker che truffò Conte e Lippi ha gestito oltre 1,8 mld

Non “solo” i 24 milioni di euro persi dall’allenatore dell’Inter Antonio Conte. Il broker Massimo Bochicchio sarebbe arrivato nel tempo a «gestire un investimento di ben 1 miliardo e 800…

Calciatori truffati Bochicchio

Non “solo” i 24 milioni di euro persi dall’allenatore dell’Inter Antonio Conte. Il broker Massimo Bochicchio sarebbe arrivato nel tempo a «gestire un investimento di ben 1 miliardo e 800 milioni», come da lui stesso ammesso in un’intercettazione.

Lo scrive il Corriere della Sera, spiegando inoltre che il fratello di Antonio Conte, Daniele Conte, (assunto da Bochicchio stesso come gestore nell’altro suo fondo Tiber), ha stimato che da «un centinaio di clienti» Bochicchio «ha ricevuto 300 milioni sul fondo Tiber e almeno altri 200 milioni sulla società Kidman», fatta passare con carte false per entità mascherata di Hsbc.

Ascoltando le intercettazioni tra ex amici di Bochicchio — come quelle del presidente del Coni Giovanni Malagò con il vicepresidente di Sky Italia Marzio Perrelli o con Lupo Rattazzi (membro della famiglia Agnelli, figlio di Susanna, a sua volta sorella di Umberto) — Malagò, oltre a tenere a smentire di aver regalato a Bochicchio una Maserati da 113.000 euro per sdebitarsi di asseriti redditizi investimenti, si meravigliava dei creduloni al 10% di interessi promessi dal finanziere.

Interessi, diceva Malagò, «che te li danno neanche i Casamonica che ti spaccano le gambe sotto casa..…»; e invece «io lo conosco da 40 anni e mi sta molto simpatico, ma non mi passa neanche per l’anticamera del cervello… non ho investito un euro con lui».

Chi lo ha fatto si divide in due categorie. Chi gli ha affidato guadagni leciti, come Conte, l’ex allenatore della nazionale Marcello Lippi e suo figlio Davide, i calciatori El Shaarawy ed Evra, il designer Achille Salvagni o l’ambasciatore in Gran Bretagna, Raffaele Trombetta; che hanno fatto causa a Londra, dove i giudici nel 2020 hanno congelato 33 milioni a Bochicchi.

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E ci sono poi – scrive il Corriere – quelli che invece non possono fare causa a Bochicchio perché gli hanno affidato capitali esteri nascosti al Fisco. Come i sei clienti di cui Bochicchio avrebbe riciclato 10,9 milioni: sequestrati ieri dal gip milanese Chiara Valori a Bochicchio sotto forma di sigilli alle case di Cortina e Roma, e a opere d’arte come un vaso di Picasso o quadri di Balla e Schifano.