Lo scoppio della pandemia da Covid ha squassato gli equilibri finanziari, per quanto fragili, del mondo sportivo con il risultato che sempre più club stanno ricorrendo a una ampia gamma di strumenti finanziari per cercare di contrastare gli effetti negativi del Coronavirus sui conti economici. E la sensazione è che questa accelerata verso l’uso di prodotti finanziari, tipici dei settori industriali più tradizionali, sia appena iniziata. Visto che, come ha ammonito Andrea Agnelli in settimana, sinora si è vista solo la punta dell’iceberg e che il vero impatto della pandemia sui conti dello sport si vedrà più avanti.
E’ quanto scrive il settimanale Milano Finanza in edicola riprendendo le parole del presidente della Juventus e dell’Eca in settimana al convegno News Tank Football: “per vedere il fondo della voragine economica causato da Covid bisognerà aspettare la fine della stagione. I danni per i club europei saranno tra i 6,5 e gli 8 miliardi e le società saranno costrette a ricorrere ad aumenti di capitale per complessivi 6 miliardi”.
D’altronde mentre il Barcellona veniva incoronato dalla Deloitte Money League come la società che ha generato il maggior fatturato nella stagione 2019/20 (715,1 milioni, in netto calo causa Covid rispetto agli 840 milioni registrati nella stagione precedente), la stampa spagnola ha fatto emergere come i blaugrana siano sommersi da circa un miliardo di debiti.
Mai come quest’anno la Deloitte Football Money League ha offerto un quadro parziale dello stato di salute del calcio europeo. Non solo perché, come sottolineato dalla stessa società di consulenza, lo slittamento della stagione sportiva 2019/2020 dopo il 30 giugno 2020 ha spinto molti club ad iscrivere parte dei ricavi di luglio e agosto nei bilanci 2020/2021. Ma anche perché anche club che si posizionano al vertice della classifica dei fatturati si trovano ad affrontare in questa fase tensioni sul fronte della liquidità.
In questo contesto non sorprende che i club stiano utilizzando tutti gli strumenti finanziari che il mondo del credito mette a disposizione.
Lasciando a parte il discorso del private equity che da tempo ormai si è interessato al calcio, il Barcellona ha chiesto un’estensione delle scadenze di alcuni dei suoi debiti per evitare il default. I debiti in questione ammonterebbero a 300 milioni circa e tra i creditori ci sono le statunitensi Goldman Sachs e Prudential e la tedesca Allianz.
Il Real Madrid sta cercando di fare provvista di liquidità rivedendo gli accordi in essere con la divisione private debt dell’hedge fund Usa Providence. La nuova intesa prevede la cessione all’hedge fund delle entrate legate ai contratti di sponsorizzazione del club ad eccezione della sponsorizzazione tecnica e commerciale della maglia, firmata rispettivamente con Adidas ed Emirates, e dei diritti di denominazione dello stadio Bernabéu e della città dello sport, rimaste nelle mani del club.
Chi ha chiesto i prestiti garantiti dallo Stato
Non solo ma mesi scorsi, il club di Florentino Perez ha acceso nuovi debiti per complessivi 205 milioni. Tra questi figura un prestito a 5 anni da 155 milioni al tasso dell’1,5% e una linea di credito a breve termine da 50 milioni che sono stati garantiti al 70% dall’Ico, la banca di Stato controllata dal Ministero dell’Economia spagnolo.
Anche in Italia ci sono club che hanno utilizzato i prestiti garantiti dallo Stato attraverso la Sace. In particolare in Serie A Genoa (finanziamento da 10 milioni); Sampdoria (finanziamento da circa 20 milioni) e Udinese. Inoltre, anche il Torino di Urbano Cairo ha fatto richiesta di un prestito con garanzia Sace, salvo poi interrompere l’operazione. Mentre tra le compagini di Serie B la Spal ha ottenuto un prestito di 3 milioni da Bper garantito dalla Sace
Perché così pochi club hanno sfruttato questa opzione? La ragione principale è legata al fatto che non tutta la cifra del finanziamento è garantita da Sace, e quindi le banche, che si sarebbero comunque dovute assumere una parte consistente del rischio, chiedevano condizioni particolarmente rigide, ma soprattutto una due diligence particolarmente accurata. Fattore quest’ultimo che avrebbe così scoraggiato diverse società dall’avviare l’operazione per chiedere i finanziamenti garantiti dallo Stato.
Infine non va dimenticato che anche in Inghilterra, dove il Governo ha introdotto dei prestiti simili a quelli concessi nel nostro paese, Arsenal e Tottenham sono state tra i club che ne hanno approfittato: i Gunners hanno ricevuto 120 milioni di sterline, gli Spurs addirittura 175 milioni di sterline, due finanziamenti entrambi garantiti dalla Banca d’Inghilterra.