E’ decisamente catastrofico il bilancio consuntivo del mercato delle autovetture nell’Europa Occidentale nel 2020. Le immatricolazioni hanno accusato un calo del 24,3%, scendendo a quota 11.961.182, un livello quasi identico a quello del 1994 cioe’ di 26 anni fa. E’l’analisi del Centro Studi Promotor, uno dei massimo think tank del settore
Come e’ ben noto, la ragione della drammatica caduta delle vendite di autovetture e’ l’impatto della pandemia di Coronavirus che non ha risparmiato nessun paese. Dicembre ha fatto registrare una contrazione contenuta nel 3,7% dovuta all’effetto di provvedimenti particolarmente efficaci adottati per sostenere il mercato in particolari paesi, ma le prospettive per il 2021 restano fortemente negative sia per l’andamento della pandemia che per l’esaurirsi nel 2020 di importanti misure di sostegno della domanda e non rinnovate (o non ancora rinnovate) nel 2021.
“Nel complesso – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato dell’auto nell’Europa Occidentale con un calo del 24,3% sta marciando, per usare una metafora automobilistica, a tre cilindri e quello che e’ peggio e’ che le previsioni per il 2021 restano negative per la ripresa della pandemia e per le incertezze in diversi paesi dell’area ad adottare misure efficaci per sostenere il mercato.
Il gruppo Fca in particolare ha chiuso il 2020 con un calo del 26% delle vendite in Europa a 700.534 unita’. La quota di mercato e’ stata pari al 5,9% a fronte del 6% dell’anno precedente. Il 2020, l’anno della pandemia, e’ stato ultimo prima della nascita di Stellantis.
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