Il processo di contaminazione fra tv e telecomunicazioni, di cui Sky è un esempio in Italia con l’ingresso nel settore della telefonia, è stato per la multinazionale “un’evoluzione naturale”. Lo ha detto lo stesso amministratore delegato di Sky Italia, Maximo Ibarra: “Abbiamo osservato che nel mondo dei media esiste un trand, accelerato fra l’altro dalla pandemia, che riguarda il tema del consumo di dati in video”, le sua parole durante il convegno “Le scelte sulla rete e le infrastrutture tecnologiche per il Paese” organizzato nell’ambito della tre giorni di lavori della conferenza “5G Italy”.
“Dei dati che vengono prodotti in Italia, ma anche a livello globale, il 70 per cento sono contenuti video. Dati che avranno un incremento del 300-400 per cento per cento nei prossimi anni”. A questo si accompagna anche un cambiamento nella fruizione, visto che oggi vengono visti sempre più “contenuti on demand”.
Nel corso del convegno, l’ad di Sky ha inoltre indicato le 4 aree strategiche su cui, a suo avviso, dovrebbero essere destinate le risorse che arriveranno grazie al Recovery fund. La prima macro area “riguarda il campo dell’educazione e della tecnologia applicata all’educazione; la seconda le infrastrutture, che possono permettere di far viaggiare le informazioni più velocemente; la terza la sanità e l’assistenza domiciliare, e anche in questo caso la tecnologia è un aspetto abilitante; ed infine, la quarta, il settore ricerca e sviluppo”, ha aggiunto.
Sul tema rete unica, Ibarra ha aggiunto che “deve garantire indipendenza, terzietà e non deve essere verticalmente integrata”, fattore che porta “non ad accelerare gli investimenti, ma “a una diversa collocazione degli investimenti nel tempo”. In Italia, ha ricordato Ibarra, “c’è un gap infrastrutturale, negli ultimi 3-4 anni c’è stato un grande balzo in avanti grazie al fatto che oggi esiste una rete wholesale indipendente”, ovvero quella di Open Fiber.