Lunga intervista di Zlatan Ibrahimovic ai microfoni di Sport Bladet. L’attaccante rossonero ha toccato tanti temi, a cominciare dall’infortunio che lo ha messo ko nella sfida con il Napoli: «Non è niente di grave. Solo una o due settimane», ha commentato.
Ibra ha parlato della sua esperienza con il Coronavirus: «Non è stato grave, solo un paio di settimane. Dopo tre giorni avevo mal di testa, ma non ho capito se era dovuto all’essere intrappolato, ripetevo le stesse cose tutto il tempo. Poi ho iniziato ad avere mal di schiena quando dormivo: mi svegliavo alle tre del mattino, dovevo prendere delle pillole: sono contrario ma dopo dieci minuti i dolori erano scomparsi».
«Al quinto giorno non sentivo più i sapori, né del cibo, né del caffè. Ho cominciato ad allenarmi solo dopo una settimana: prima non ci riuscivo, nonostante avessi un piano per allenarmi in casa come chiunque risulti positivo. Mi stancavo subito, ma era voluto perché volevo far funzionare il cuore e aumentare il battito cardiaco. Non ho avuto altri sintomi. Ora ho riavuto il gusto ma l’olfatto non è ancora al 100%», ha aggiunto.
«Dieci anni fa ero un giocatore, cinque anni fa ne ero un altro. E penso di avere l’intelligenza che fa adattare il mio corpo a quello che posso», ha detto a proposito della sua condizione attuale. «Penso che molti mi abbiano sottovalutato, in quanto mi vedono come un egocentrico. Ma queste sono fasi che attraversi, si tratta anche di esperienza», ha sottolineato.
Sul ruolo di Raiola nella decisione di andare al Milan: «Volevo aprire un nuovo capitolo della mia vita. Stare con la famiglia ogni giorno, seguire i miei figli. Poi Mino Raiola mi ha detto: “Devi chiudere in Europa! Devi dimostrare di essere ancora ad alto livello, puoi farlo! Fai solo sei mesi a Milano, dopodiché puoi smettere. È troppo facile smettere negli Stati Uniti”».
«Prima di Natale, il Milan ha perso malamente contro l’Atalanta e così mi hanno chiamato. Quindi c’erano Milan e Bologna. Mi sono detto: “Dove posso avere la massima adrenalina?”. Allora ho detto a Mino: “Chi ha più bisogno di me?”. E lui mi ha semplicemente risposto: “Il Milan! Solo tu puoi fare del Milan quello che era tanti anni fa”», ha raccontato ancora lo svedese.
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Poi, una battuta su Roback, giovane talento classe 2003: «È il futuro della Svezia, te lo posso dire adesso. È un giocatore di un livello completamente diverso. E questo è un esempio, non è un tipico giocatore svedese. È un giocatore completamente diverso ed è cresciuto ad Hammarby. Ed è di questo che sto parlando. Abbiamo diversi giocatori ad Hammarby che avranno futuro, devono solo avere la possibilità».
E sulla possibilità di giocare nel club svedese, ha concluso: «Ne abbiamo discusso questa estate. O venivo al Milan o Hammarby. Sono stato vicino, se non fossi andato al Milan sarei andato a giocare all’Hammarby. Se l’Hammarby può diventare un’opportunità per il futuro? Sì, può essere. Devo sentirmi vivo», ha concluso.