Il mercato televisivo italiano: Sky in vetta, ma cresce l'on demand

Quote di mercato di Rai e Mediaset stabili, Sky primo ma in arretramento, altri operatori in crescita. Sono i dati del settore televisivo italiano riportati da ItaliaOggi che mostrano sia…

TV quote di mercato

Quote di mercato di Rai e Mediaset stabili, Sky primo ma in arretramento, altri operatori in crescita. Sono i dati del settore televisivo italiano riportati da ItaliaOggi che mostrano sia la situazione attuale ma anche ciò che accadrà nei prossimi due anni, secondo le previsioni di ITMedia Consulting.

Nel mercato si sono ormai affacciati attori, soprattutto grazie allo streaming, che sono destinati a crescere e a sottrarre clienti a Sky. Che però ha lavorato molto bene negli ultimi anni: da terzo operatore è riuscito ad arrivare al primo posto e nel 2020 ha raggiunto quasi il doppio di market share di Mediaset.

Nel prossimo futuro la media company di proprietà di Comcast è però destinata a subire gli effetti del taglio degli abbonamenti tradizionali a favore di quelli meno costosi delle SVOD (Subscription Video On Demand). Resta da capire la misura in cui ciò avverrà. L’operatore ha messo in campo strategie di aggregazione di servizi terzi e l’offerta della banda larga proprio per adeguarsi ai cambiamenti.

Mediaset, dal canto suo, ridotto il suo peso a causa delle chiusura di Premium e del calo di raccolta quest’anno, superata la crisi del Covid si gioverà della crescita della pubblicità, ambito nel quale ha sempre la quota maggiore (oltre il 50%). La Rai, i cui introiti sono legati soprattutto al canone, si manterrà sui soliti livelli.

Entrambi però, non approfitteranno della crescita del mercato, che secondo ITMedia passerà dai 7,646 miliardi di euro di quest’anno (in perdita di quasi 400 milioni, con la raccolta a -13%) agli 8,5 miliardi del 2022 con un tasso medio annuale del 5% totale e la pubblicità a +6,3% all’anno.

Augusto Preta di ITMedia Consulting ha spiegato: «Ulteriore segnale di profonda, radicale, trasformazione, anche culturale del nostro Paese, è dato dall’ abbandono della free-to-air come modalità di accesso primaria ai contenuti televisivi, con l’esplosione anche in questo caso della pay tv che passerà dall’attuale 47% a fine 2020 al 64% del totale famiglie italiane nel 2022». Complice l’accelerazione provocata dal lockdown, gli italiani si rivolgono alla pay tv come prima fonte per l’intrattenimento davanti al piccolo schermo a scapito della tv gratuita.