Lunga intervista quella che il presidente della Liga, Javier Tebas, ha rilasciato a El Món, programma della radio RAC 1. Il presidente ha toccato diversi argomenti, dalla ripresa dei campionati al razzismo, dal mercato all’omosessualità nel calcio.
«Sarò soddisfatto quando consegneremo la Coppa al Barcellona o a chi vincerà e alle squadre che saranno promosse. Cioè, quando finiranno le competizioni. Sono felice che stiamo andando bene, non sto sbagliando sulla strada intrapresa. Ma non abbiamo raggiunto l’obiettivo, e solo quel giorno potremo sentirci soddisfatti», ha esordito.
Spazio anche a un commento sull’eterno duello Messi-Cristiano Ronaldo: «La partenza di Cristiano, sebbene non sia stata digerita a Madrid, ha avuto un impatto quasi nullo. Perché nella Liga ci stiamo preparando da anni affinché il brand trascenda i giocatori. Ma il caso di Messi è diverso».
«Messi è il miglior giocatore nella storia del calcio. Siamo stati fortunati ad averlo sempre avuto nella nostra lega. Penso che la partenza di Messi sarebbe evidente. Certo, di più se andasse a giocare in un’altra lega. È un’icona del calcio spagnolo, della Liga e gli chiederei di finire con noi. Non sarebbe una catastrofe perché abbiamo firmato contratti televisivi con o senza Messi, ma è importante è il valore che aggiunge», spiega.
Tebas non tralascia temi quali il razzismo e l’omosessualità nel calcio: «Ci siamo schierati molte volte contro il razzismo. Siamo stati l’unica lega al mondo a presentare una denuncia penale contro coloro che hanno insultato Iñaki Williams a Cornellà. Giocatori gay? Se ce ne sono e pensano che non fare outing influisca sulla loro personalità, sarebbe bello se lo facessero, specialmente per loro. Nessuno dovrebbe nascondersi».
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Sulla riduzione del numero di club nella Liga Tebas spiega che «non stiamo valutando di ridurre il numero di squadre nel breve o medio termine», mentre a proposito del mercato ipotizza un maggior numero di scambi. «Vedremo alcuni movimenti di denaro, ma non operazioni di grandi dimensioni».
Chiusura dedicata al ritorno del pubblico negli stadi: «Stiamo lavorando su un protocollo. E spero che in quelle comunità autonome che lo autorizzeranno ci sarà il pubblico. Vedere gli stadi pieni non dipende dal presidente della Liga. Fino a quando non c’è un vaccino, sarà molto difficile vedere il 100% dei tifosi negli stadi».