Focus sul calcio rumeno: tra talento, Covid-19 e crisi dei club

Momenti difficili per gli appassionati di calcio, specialmente per chi vive in Romania e ne fa fede calcistica.

Cresciuti con i tocchi sopraffini di Gheorge Hagi, che illuminava gli stadi con…

Calcio rumeno

Momenti difficili per gli appassionati di calcio, specialmente per chi vive in Romania e ne fa fede calcistica.

Cresciuti con i tocchi sopraffini di Gheorge Hagi, che illuminava gli stadi con indosso la maglia della grandiosa ex Steaua Bucarest (attuale FCSB), protagonista di una storica finale di Champions League contro il Milan, e con le imprese dell’Otelul Galati, impegnato a combattere sull’ostico campo di Old Trafford contro il Manchester United di Ferguson, oggi i tifosi del calcio rumeno sono costretti a fare i conti una crisi senza fine.

Molteplici sono stati anche i rumeni che hanno lasciato il loro segno nel nostro campionato come Chivu, terzino sinistro ex Roma, nonché veterano di Mourinho negli anni della grande Inter che conquistò il Triplete, ed Adrian Mutu che con le sue cavalcate faceva infiammare la Fiesole.

Altrettanto importanti anche i rumeni passati senza però essere decisivi: Alexandru Mitrita uno di questi, elogiato più volte dal suo mentore Zeman, che ne fece un punto fermo del suo Pescara, divenuto uomo di riferimento in America nei NYCFC.

Proprio ora che il movimento sembrava essere sul punto di dare una svolta, come dimostra l’impatto agli Europei Under 21 delle piccole stelle rosso-gialle, che sono riuscite a regalare grandissime emozioni al paese raggiungendo una storica semifinale, il calcio rumeno si è dovuto inginocchiare nuovamente. Questa volta, però, di fronte ad un nemico invisibile, capace di mettere sotto shock tutto il mondo del pallone.

Calcio rumeno: la Dinamo Bucarest in “svendita”

E l’esempio più emblematico di questa nuova crisi è quello della Dinamo Bucarest, seconda squadra della capitale rumena, che negli ultimi anni ha visto precipitare sempre più la propria situazione economica, con il patron Ionut Negoita arrivato a mettere in vendita il club per 1 Leu (appena 21 centesimi) a causa della sua impossibilità di mantenere in vita la società.

Il club ha bisogno urgentemente di 180.000 euro per comprare la licenza, altrimenti per la prima volta nella storia si troverebbe a retrocedere nella seconda divisione rumena.

Calcio rumeno: il crowdfunding dei tifosi 

Gli stessi tifosi si sono messi in moto facendo una colletta per comprare la licenza arrivando a raccogliere circa a 100.000 euro ed hanno promesso che sarebbero riusciti a stanziare circa 2,5 milioni in 10 anni per sostenere economicamente la società.

Per la prima volta nella storia, quindi, i tifosi si sono presi un ruolo da veri e propri protagonisti. E non solo quelli della Dinamo, perché anche i tifosi della FCSB (ex Steaua), acerrimi rivali del club, si sono detti pronti a dare il loro sostegno: ‘’Vi aiuteremo anche noi. Non importa se con 1 o 2 euro, ma vogliamo salvare il calcio rumeno: non possiamo lasciarlo morire’’, le parole del leader dei tifosi della FCSB.

Lo stesso derby giocato tra Dinamo e FCSB,  vede giocatori della Dinamo scendere in campo la scritta “DDB” su magliette e pantaloncini dopo che i tifosi hanno acquistato il 15% delle quote del club che viveva già da tempo un periodo di crisi.

Calcio rumeno: l’appello di Adrian Mutu

Adrian Mutu (attualmente commissario tecnico della Nazionale Under 21 Rumena) durante un’interviste in Romania ha cercato di sponsorizzare la Dinamo, invocando l’intervento di qualcuno che compri la Dinamo, arrivando anche a proporla ad alcuni sceicchi. E da alcune ore si vocifera anche l’interessamento de parte di Herminio Menèdez, ex direttore sportivo del Real Sporting de Gijòn.

Calcio rumeno: in 6 club rischiano di non iscriversi al prossimo campionato

Ma non è solo la Dinamo a versare in una situazione complicata, perché la Federazione rumena ha annunciato anche la possibile mancata iscrizione di altri sei club al campionato.

Molte società sono arrivate addirittura a chiedere il congelamento del campionato, anche se la Federazione sta continuando a pensare al proseguimento del campionato in Atalya (Turchia), dove in estate si toccano i 40/45 gradi, o in Austria con un costo maggiore di 2 milioni di euro a differenza rispetto alla prima ipotesi.

Idee per ora bocciate dalla stessa FIFA, che non vuole assegnare il titolo di campione di Romania in un Paese che non sia quello natio.

Calcio rumeno: il mercato per provare a stare a galla

Lo stesso Gigi Becali patron della FCSB, ha annunciato che per colpa di questa situazione dovrà privarsi dei suoi due gioielli più preziosi, anche se, nonostante il ribasso dei prezzi, non accetterà offerte inopportune.

Dennis Man, classe ’98, è il primo nella lista di molti club; il ragazzo ha disputato un ottimo Europeo ed ha impressionato anche in campionato, collezionando due goal e un assist, tanto da attirare il desiderio dell’Atalanta.

Il vero pezzo pregiato, però, è Florin Coman, già corteggiato da diversi top club europei, tra cui il Liverpool di Klopp, pazzo dell’esterno classe ’98. Non solo, perché  anche in Italia ci sono diversi club sulle tracce del giocatore, con la Roma in testa alla fila delle pretendenti.

Florin Coman non è altro che l’ennesimo capolavoro uscito dalla cantera di George Hagi, presidente ed allenatore del Vitorul Costanta, squadra fondata nel 2009 e vera e propria fucina per lo sviluppo dei giovani talenti rumeni.

Dalla stessa Accademia è uscito il anche figlio di George, Ianis Hagi, che dopo un’esperienza non felice in Italia si è rilanciato all’Europeo, conquistandosi la chiamata dei Rangers di Steven Gerrard, già pronti ad acquistarlo a titolo definitivo dal Genk. E per il talento rumeno si profila anche un possibile ritorno in Italia, con la Lazio pronta a dare una seconda occasione al figlio del più grande calciatore rumeno di sempre.

Ma i gioiellini rumeni che hanno impressionato il mondo del calcio non sono finiti, perché non si può dimenticare la new entry Valentin Mihaila, 2000 di grande prospettiva dell’Universitatea Craiova.

Ma nonostante i tanti talenti da lanciare e la grande voglia di riscattare la storia di un movimento nobilissimo, resta impossibile definire quelle che potranno essere le condizioni del calcio rumeno dopo la fine della pandemia di Covid. Quel che è certo, però, è che la Romania ha tanto ‘oro’ in casa per poter programmare un ritorno ad alti livelli in grande.

Articolo a cura di Stefano De Vita