«Ripartire è l’unica possibilità per tenere in vita la Bundesliga», ha detto ieri Christian Seifert, amministratore delegato della Dfl, la Lega tedesca.
Come riporta la Gazzetta dello Sport, deciderà la conferenza dei ministri dello Sport del 30 aprile, con la presenza della Cancelliera Angela Merkel che la settimana scorsa aveva vietato tutte le manifestazioni di massa fino al 31 agosto. Ma le partite a porte chiuse non avrebbero il pubblico, sarebbero vere «partite fantasma», come le chiamano loro.
Ma il mondo del pallone in un momento così delicato non vuole avere corsie preferenziali, non deve riflettere l’immagine di essere ancor più uno spazio per privilegiati. Così il numero uno della Lega non ha dato annunci ufficiali, tantomeno date. Ha detto soltanto: «Se ci danno il via libera, noi saremo pronti».
La Dfl ha presentato un documento redatto internamente tra le 36 società durante un’assemblea straordinaria della Lega calcio tedesca. Sono state ipotizzate tre soluzioni per il calendario con due possibili date di inizio: 9 o 16 maggio. «Escludo la prima settimana di maggio, ma se ci dovessero far partire il 9, ci saremo» ha spiegato l’ad Seifert.
La Lega per la redazione del protocollo per il ritorno in campo si è valsa dell’aiuto di una task force medica, al cui vertice c’ è il professor Tim Meyer, che segue la nazionale. Il documento stabilisce il numero massimo di persone presenti durante i match: 98 tra campo e spazi interni, 115 in tribuna, fino a 109 all’esterno.
Per quanto riguarda invece le misure di sicurezza: niente foto di squadra, niente bambini all’ingresso in campo, misure igieniche e distanze rigorose. In panchina anche due-tre posti liberi e uno occupato. I giocatori verrebbero sottoposti a test almeno una volta alla settimana e anche il giorno prima della partita, con risultati a sei ore dal calcio d’inizio. Circa 20 mila tamponi sono previsti, con una spesa di due milioni.
Finora sono stati 14 i casi di positività, e se dovesse verificarsi un caso durante il campionato? Se succedesse, l’intenzione è quella di mandare solo il contagiato in quarantena, però: «Se ci diranno di fermarci, ci fermeremo», ha sottolineato Seifert.
I soldi delle tv sono assicurati, circa 300 milioni dalle varie emittenti (tranne una in subappalto) arriveranno nei prossimi giorni nelle casse delle società. Eviteranno alcuni fallimenti per mancanza di liquidità: erano 13 su 36 i club a forte rischio. Ma se non si tornerà a giocare, o se ci si dovesse fermare di nuovo, buona parte del denaro andrebbe restituito.
Le squadre della Bundesliga sono tutte tornate in campo dal 6 aprile, alcune già dal 20 marzo, con sedute di allenamento individuali o a gruppi ristretti. Il ritorno alla normalità appare probabile e veloce. Ma adesso nessuno si sbilancia, nemmeno sulla giornata in cui si ripartirà. «Non possiamo dire quando giocheremo, saremmo arroganti e non è il nostro compito. Noi dobbiamo dimostrare come ci faremo trovare pronti quando ci sarà dato il segnale di poter giocare», ha detto Seifert.