Galliani: «Mi aspetto una Serie A a 22 squadre»

Adriano Galliani, attuale amministratore delegato del Monza, ha parlato questo pomeriggio a “La Politica nel Pallone” su Gr Parlamento, a proposito dello stato attuale del calcio italiano. Galliani ha toccato…

Galliani ricoverato Coronavius

Adriano Galliani, attuale amministratore delegato del Monza, ha parlato questo pomeriggio a “La Politica nel Pallone” su Gr Parlamento, a proposito dello stato attuale del calcio italiano. Galliani ha toccato diversi argomenti, dalla ripresa agli stipendi, fino alla prossima stagione:

«La Serie A e la B sono una realtà, la C e la LND un’altra dove non ci sono ricavi o sono pochissimi. La Serie C perde 120 milioni di euro l’anno che sono messi a disposizione solo dagli imprenditori. La crisi che colpirà il nostro paese dopo il Coronavirus impedirà a questi signori di mettere gli stessi soldi nel mondo del pallone», ha spiegato.

«Ricordiamoci poi che la C e la D hanno anche un compito sociale, atto a raccoglie i ragazzi dalle strade. Serve trovare un sistema che assicuri che questo compito sociale venga riconosciuto. La B, invece, ha dei ricavi e un 6% di mutualità che gli arriva dalla Serie A. Per il futuro servirà capire quali saranno gli introiti a disposizione, specie sul fronte dei diritti televisivi», ha aggiunto a proposito delle categorie inferiori.

Sull’eventuale ripresa, Galliani va cauto: «I tempi li darà il virus perché solo lui ci potrà dire se nelle prossime settimane potremo iniziare la fase 2. Bisognerà capire quale sia la soluzione che recherà i danni minori al sistema e non quando si riprenderà. Serve un advisor che faccia una revisione delle soluzioni sul tavolo per capire quale darà i danni minori. Mi auguro che si intraprenda la strada che salvaguardi più di tutto gli introiti dei club».

Sulla possibilità di che le gare di Serie A si giochino in una zona di minor contagio: «Deve rispondere la comunità scientifica. Finché saremo nella fase 1 o 2 vedo impossibile riaprire le porte agli stadi per una gara. Io sono per chiudere la stagione, ma senza rischiare di aumentare il contagio. Se ci fossimo fermati prima forse avremmo evitato anche il dilagare della pandemia».

Poi, una battuta sull’eventuale congelamento delle classifiche in caso di stop definitivo: «Sono parte in causa con il Monza primo in classifica. Detto questo per quanto riguarda la Serie A manderei in Champions League le prime quattro della classifica dando spazio alla classifica attuale. Una scelta che comunque obbligherà a dare una graduatoria con un primo classifica, un secondo e così via perché questo in sede internazionale ha degli effetti in termini economico».

«Detto questo però – ha proseguito – non si può pensare alla retrocessione degli ultimi nella graduatoria attuale. Per questo mi aspetto una Serie A a 22, una Serie B a 21/22 o quello che sarà e poi la C vedremo perché lì i problemi sono altri».

Chiusura dedicata al calciomercato del futuro: «Sarà un mercato di scambi senza movimento di denaro. Sulla falsariga degli sport americani come l’NBA».