Più di 150 incidenti casi di razzismo legati al calcio in Inghilterra sono stati segnalati alla polizia la scorsa stagione. Lo scrive il “Guardian”, spiegando che si tratta di un aumento di oltre il 50% rispetto all’anno precedente e di più del doppio rispetto a tre stagioni fa.
Le cifre, rivelate dal ministro degli Interni di Susan Williams, mostrano l’evoluzione del numero di casi in Inghilterra e Galles, con un netto aumento da 98 a 152 tra le stagioni 2017/18 e 2018/19. In precedenza, si era verificato un calo degli abusi, come cori o intimidazioni verbali, dai 99 della stagione 2013/14 ai 78 del 2014/15, passando per i 68 del 2015/16 e per i 70 del 2016/17.
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Le segnalazioni di questo tipo sono generalmente portate avanti dai club. Da gennaio 2018 l’Unità di polizia del Regno Unito, la FA e l’organizzazione “Kick It Out” si sono incontrate ogni settimana per discutere degli eventi e per designare un’agenzia che portasse avanti azioni positive, come indagini di polizia o iniziative educative.
«Il razzismo è una questione sia calcistica che sociale ed è evidente che stiamo vivendo un clima di crescente odio in tutto il mondo. In questo Paese la situazione non è diversa e un “linguaggio di divisione” è stato normalizzato nel nostro dibattito politico», ha detto un portavoce di Kick It Out.
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«In quel contesto, non è una sorpresa vedere un aumento degli abusi segnalati nel calcio inglese. Ma è anche importante notare che il razzismo nel calcio è diventato un argomento molto più mainstream, che crediamo stia incoraggiando i sostenitori ad agire e denunciare gli abusi che vedono o sentono», ha aggiunto.
Il governo ha dichiarato di essersi impegnato a lavorare a stretto contatto con il calcio professionistico e di monitorare i progressi della FA, della Premier League e della English Football League. Da parte loro, la Federcalcio e la Premier League hanno condannato il razzismo, sottolineando le misure che stanno cercando di adottare per affrontare e debellare questa piaga.