È morto Gabetti, manager e consigliere famiglia Agnelli

Si è spento nella notte a Milano Gianluigi Gabetti, manager e consigliere della famiglia Agnelli. Aveva 94 anni. Lo annuncia la famiglia.

I funerali si svolgeranno in forma privata, mentre a…

Gianluigi Gabetti

Si è spento nella notte a Milano Gianluigi Gabetti, manager e consigliere della famiglia Agnelli. Aveva 94 anni. Lo annuncia la famiglia.

I funerali si svolgeranno in forma privata, mentre a breve sarà resa nota la data della messa di Trigesima pubblica, che si svolgerà presso la chiesa della Consolata di Torino.

Laureato in Legge presso l’Università di Torino, Gabetti entra alla sede di Torino della Banca Commerciale Italiana dove raggiunge il grado di vice direttore. Passa poi alla Olivetti e diventa presidente della Olivetti Corporation of America.

Negli Stati Uniti conosce l’Avvocato Agnelli che una domenica mattina lo chiama al telefono per chiedergli di accompagnarlo a visitare il Moma.

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Immediatamente – è il 1971 – gli propone di diventare direttore generale dell’Ifi, la finanziaria della famiglia. Gabetti ha un giorno per pensarci e accetta.

Dell’Ifi diventa anche amministratore delegato nel marzo 1972. E’ vicepresidente della Fiat dal novembre 1993 al giugno 1999.

Gli anni alla guida di Ifi e Ifint

Negli anni all’Ifi e all’Ifint Gabetti è il regista di operazioni di grande rilevanza. Con Cuccia, nel dicembre del ’76 conclude l’accordo che porta i libici della Libyan Arab Foreign Investment Co (Lafico) a sottoscrivere un aumento di capitale della Fiat.

Ancora Gabetti, dieci anni dopo, nel settembre 1986, riacquista tramite Ifil, 90 milioni di azioni Fiat ordinarie dalla Lafico, con un esborso di circa 1 miliardo di dollari, portando a poco meno del 40% la partecipazione di Gruppo al capitale ordinario Fiat.

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A metà degli anni ’90 Gabetti lascia l’Italia per dedicarsi a investimenti internazionali attraverso l’Exor (ex Ifint) con sede a Ginevra.

La morte dell’Avvocato e il salvataggio della Fiat

Lasciate le cariche per limiti di età e ritiratosi a Ginevra nel 1999, rientra dopo poco a Torino a causa della malattia dell’Avvocato Agnelli per essergli vicino e aiutare la famiglia nella logistica delle cure in Italia e all’estero.

Alla morte dell’Avvocato, Umberto Agnelli diventa presidente della Fiat e chiede a Gabetti di tornare in servizio affidandogli la presidenza dell’Ifil. Gabetti si occupa del riassetto del Gruppo nel 2003 e dell’aumento di capitale a cascata di Ga, Ifi, Ifil e Fiat.

Nel 2004 muore Umberto Agnelli e Gabetti diventa presidente della Giovanni Agnelli e C. Sapaz, presidente dell’Ifi e dell’Ifil diventando il punto di riferimento della famiglia.

Quando Morchio si propone per diventare presidente di Fiat, in un week-end Gabetti, dopo un consulto con le sorelle dell’Avvocato e la famiglia Agnelli, trova la soluzione per il vertice della Fiat: Luca Cordero di Montezemolo presidente.

Poche ore dopo, John Elkann incontra a Ginevra Sergio Marchionne (all’epoca ad di Sgs) e gli propone di diventare ad: il 1 giugno Sergio Marchionne diventa amministratore delegato della Fiat.

Nel 2005 dà mandato all’avvocato Franzo Grande Stevens di studiare una soluzione che permetta alla famiglia Agnelli di mantenere il controllo sulla Fiat.

Viene approfondita quella della conversione in azioni dell’equity swap sottoscritto nella primavera del 2005 da Exor, quanto il valore dei titoli Fiat aveva raggiunto valori particolarmente bassi (sotto il valore nominale, pari a 5euro).

Nell’aprile del 2007 John Elkann, l’erede designato dall’Avvocato, gli succede alla presidenza dell’Ifi.

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